martedì 17 ottobre 2017


Ecco a cosa serve un sosia!

Ma il re, poiché aveva concepito un odio implacabile contro Datame, dopo che capì che egli non poteva essere schiacciato in guerra, cercò di farlo uccidere in un agguato: (agguato) che egli riuscì più volte ad evitare. Una volta, essendogli stato riferito che gli tendevano insidie alcuni che erano nel numero dei (suoi) amici – in proposito, poiché glielo avevano riferito dei (suoi) nemici, pensò che non si dovesse né dare credito né lasciar perdere – volle sperimentare se gli fosse stato riferito il vero o il falso. Pertanto intraprese quel viaggio nel quale gli avevano detto che ci sarebbe stato l’agguato. Ma scelse uno di aspetto e di statura molto simile a sé e gli diede il suo vestito e gli ordinò di camminare in quel posto della schiera in cui era solito (stare) lui; egli stesso invece, incominciò a marciare con vestito e distintivi di soldato (lett.: militare) tra le guardie del corpo. Ma gli attentatori, dopo che la schiera giunse in quel luogo, ingannati dal posto di marcia e dall’abbigliamento, fecero impeto contro colui che era stato messo al posto (di Datame). Datame, però aveva precedentemente detto a coloro con i quali faceva il cammino che fossero pronti a fare ciò che avessero visto fare a lui [lett.: che egli stesso (faceva)]. Lo stesso (Datame), come vide gli attentatori accorrere, lanciò dardi contro di loro. Avendo fatto questa medesima cosa tutti quanti, gli attentatori, prima che raggiungessero colui che volevano aggredire, caddero trafitti.

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