mercoledì 30 aprile 2014

Pensierino del giorno (82) 30 Aprile 2014

Tutti apprezzabili i rilievi sul gesto di Dani Alves e della banana........fra tante legittime considerazioni è tuttavia innegabile il messaggio per tutti......il razzismo (che va sempre severamente sanzionato) è letteralmente umiliato dall'ironia!!!

martedì 29 aprile 2014

Pensierino del giorno (81) 29 Aprile 2014

Leggo i dati sulla differenziata nella provincia di Lecce........qualche isola felice....poi il buio ....che forse va letto non solo come scarsa educazione ecologica ma anche come ....atavica insofferenza all'ordine e allo Stato!!!

domenica 27 aprile 2014

Pensierino del giorno (79) 27 Aprile 2014

Bellissimo il percorso verso la Santità di due grandi Papi.........e se il popolo cristiano cominciasse un percorso collettivo verso la Santità? Piuttosto impervio il percorso......ogni cristiano dovrebbe cominciare a vivere Cristo nella sua vita!!!

sabato 26 aprile 2014

Pensierino del giorno (78) 26 Aprile 2014

Quando una partita di calcio (Roma - Milan) diventa metafora della vita......da una parte chi aveva voglia di vincere la gara....dall'altra parte chi invece evidenziava tutta la sua fragilità e attendeva passivamente la sconfitta!!!

venerdì 25 aprile 2014

Pensierino del giorno (77) 25 Aprile 2014

Oggi quei morti di allora ci chiedono di continuare a lottare contro tutti i fascismi, contro tutti i soprusi, contro tutti i comportamenti arroganti, contro tutte le ipocrisie se vogliamo veramente onorare la loro memoria!!!

giovedì 24 aprile 2014

Pensierino del giorno (76) 24 Aprile 2014

Più che un pensiero un buon consiglio per una serena e ricca esistenza "dormire poco e sognare di più, ascoltare sempre quando gli altri parlano, gustare con piena partecipazione un bel gelato al limone (è quello che io preferisco).

mercoledì 23 aprile 2014

Pensierino del giorno (75) 23 Aprile 2014

Vent'anni di berlusconismo per capire che il consenso bisogna meritarselo con il resoconto dell'azione di governo....ma anche nelle piccole realtà un largo consenso al singolo individuo (spesso concesso emotivamente e superficialmente) esige risultati non rinviati alle calende greche...... che arriveranno solo da chi ha autorevolezza, onestà e competenze, diversamente saranno poi tanti i mea culpa!!!

martedì 22 aprile 2014

lunedì 21 aprile 2014

Pensierino del giorno (73) 21 Aprile 2014

Papa Francesco e il suo successo mediatico si potrebbe spiegare forse soltanto così........Papa Bergoglio si presenta agli occhi di tutti come un mirabile mix di....umiltà francescana e di sapienza gesuita !

domenica 20 aprile 2014

Pensiero del giorno (72) 20 Aprile 2014 Il mio augurio pasquale con "la storia della matita" di Paulo Coelho

Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo la lettera. A un certo punto, le domandò: “Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me. ” La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: “È vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto. ” Incuriosito, il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunché di speciale. “Me è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita! ” “Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza sarai sempre una persona in pace col mondo. “Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. 'Dio': ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà. “Seconda qualità, di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. È un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore. “Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia. “Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro te. “Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione. ”

venerdì 18 aprile 2014

Pensierino del giorno (71) 18 Aprile 2014

Oggi una bella riflessione di un grande che ieri ci ha lasciato.....Gabriel Garcia Marquez....... Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata!!!

La lettera di commiato di Gabriel Garcia Marquez ai suoi amici.

Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!! Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore. Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi. A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini! Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata. Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi. Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo.

giovedì 17 aprile 2014

Pensierino del giorno (70) 17 Aprile 2014

Umiltà.....è il giorno dell'Umiltà.......prostrarsi sino a terra.....sino a baciare i piedi dell'ultimo del nostro pianeta!!!Peccato che la parola sia stata cancellata..... non solo nel nostro linguaggio ma anche nelle nostre relazioni !!!

mercoledì 16 aprile 2014

Due parole importanti nella 416ter !

L'approvazione al Senato della modifica del 416ter contiene una buona notizia e un errore da correggere: la buona notizia è l'inserimento, dopo un iter tormentato, delle due parole "altra utilità", che colpiscono al cuore il voto di scambio politico mafioso, finora limitato all'erogazione di denaro. Una riforma sostenuta da oltre 475mila cittadini che hanno firmato la petizione della campagna Riparte il futuro, promossa da Libera e Gruppo Abele. Grazie a queste due parole si potrà contrastare in maniera più efficace il "mercato dei voti", venduti e comprati in cambio di favori, a partire dalle prossime elezioni di maggio, europee e soprattutto amministrative. L'errore, su cui Libera ha espresso fin da subito le sue perplessità, è quello della riduzione delle pene, che vanno inserite, invece, in un più generale inasprimento di tutti i reati di mafia, a partire dal 416 bis, oggi sanzionato con condanne inferiori a quelle previste per l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L'auspicio, già sotttolineato prima del voto di oggi a Palazzo Madama, è che il governo intervenga quanto prima, come suggerito dalla commissione Garofoli, perché siano previste per i reati di mafia sanzioni più severe ed efficaci, nel rispetto del principio della proporzionalità della pena. Si tratta comunqe solo di un primo passo, anche se importante, e di un doveroso atto politico di trasparenza e bonifica delle istituzioni democratiche. Reati diffusi al punto da diventare costume, chiedono non solo leggi all'altezza ma l'impegno di tutti noi a volerle e sostenerle attraverso le scelte e i comportamenti quotidiani. E' necessario a questo punto, fare un ulteriore scatto e arrivare prima possibile, a una più generale legge sulla corruzione dotata di quelle misure (confisca dei beni ai corrotti; pene adeguate per "reati civetta" come il falso in bilancio, la disciplina sulla prescrizione, l'autoriciclaggio, l'evasione fiscale) per rendere il nostro Paese una comunità dove l'interesse economico coincida finalmente con l'interesse sociale, con la dignità e la libertà di tutti. Ufficio di Presidenza Libera

Pensierino del giorno (69) 16 Aprile 2014

Improvvisamente alla radio......una voce......un poeta-cantante (spesso sottovalutato e quasi dimenticato) e un motivo che ti riporta indietro nel tempo e per un attimo ti fa rivivere.......atmosfere mai dimenticate.......e in quel momento non c'è più nè futuro nè presente !!!

martedì 15 aprile 2014

Pensierino del giorno (68) 15 Aprile 2014

Se la finalità del post grillino di ieri era quella di condurre ad una riflessione sulla drammatica situazione socioeconomica e morale del nostro Paese richiamando avvenimenti della storia di fronte ai quali possiamo soltanto inchinarci e pregare (se riusciamo a farlo), ebbene il suo tentativo è miseramente fallito !

lunedì 14 aprile 2014

Pensierino del giorno (67) 14 Aprile 2014

Domanda piuttosto frequente.......ma cos'è l'amore? Abbiamo tutti provato a dare una definizione........ma forse si tratta di qualcosa che non si può definire!!!

domenica 13 aprile 2014

Pensierino del giorno (66) 13 Aprile 2014

Avvertire...oggi....con irrefrenabile commozione.....in quel " E Spirò" il senso più profondo della Fede Cristiana!!!

sabato 12 aprile 2014

Pensierino del giorno (65) 12 Aprile 2014

Osservare dall'alto ......(di un terrazzo)......scrutare il cielo azzurro e.....dimenticare....per un attimo.....le "rovine" di un territorio!!!

venerdì 11 aprile 2014

Pensierino del giorno (64) 11 Aprile 2014

A proposito di differenziata........quando la divisione.....la separazione è da apprezzare e da emulare!!!

giovedì 10 aprile 2014

Pensierino del giorno (63) 10 Aprile 2014

Vent'anni di classe dirigente incompetente e corrotta .....oggi producono.....paradossalmente..... gli "osanna" nei riguardi di amministratori...ministri ecc. ecc. che fanno....a stento.....il proprio dovere !!!

mercoledì 9 aprile 2014

COS'E' LA VITA ?

Tu non sai quello che dici" rispose l'angelo. "Non c'è nessuna tragedia, ma l'inevitabile. Tutto ha la sua ragione d'essere: devi solo saper distinguere fra ciò che è transitorio e ciò che è definitivo." "Che cos'è transitorio?" Domandò Elia. "L'inevitabile". "E che cos'è definitivo?" "Le lezioni dell'inevitabile". E dicendo questo l'angelo si allontanò Bisogna sempre sapere quando una fase giunge alla fine. Concludere un ciclo, chiudere un uscio, terminare un capitolo: non importa come lo si definisca, ciò che conta È lasciare nel passato quei momenti di vita che sono finiti. "La vita è proprio questo," disse il Maestro. "Una serie di errori." (P.C.)

Pensierino del giorno (62) 9 Aprile 2014

La difficoltà che diventa........opportunità............solo l'ottimista fa questo.....miracolo!!!

martedì 8 aprile 2014

Pensierino del giorno (61) 8 Aprile 2014

Nella vita spesso si amano i frutti proibiti e molto spesso le persone che ci ignorano e che volentieri ci prenderebbero a schiaffi! Misteri del cuore!

lunedì 7 aprile 2014

Pensierino del giorno (60) 7 Aprile 2014

Un Presidente di una squadra di calcio che maltratta un tifoso della sua squadra .......no Presidente ! E se tutti i tifosi della sua squadra decidessero di non venire più allo stadio ? E poi....... uno che davanti alle telecamere fa bella mostra dei suoi comportamenti violenti.......può fare ....il Presidente???

domenica 6 aprile 2014

Cosa significa amministrare con i cittadini ?

Nei processi partecipativi contano soprattutto le relazioni, infatti nel corso del processo le per- sone si incontrano, lavorano insieme, si scambiano informazioni, si scontrano con difficoltà e problemi,scoprono affinità e interessi comuni, verificano le loro divergenze e qualche volta le superano, acquistano fiducia reciproca, stabiliscono relazioni che possono dura- re nel tempo. Questo consolidamento dei rapporti vale per i cittadini, ma vale anche per chi amministra e per i politici. Ci si può aspettare che migliorino le relazioni orizzontali (tra cittadini), ma anche quelle ver- ticali tra cittadini e amministratori. L’insieme di questi effetti rela- zionali può essere definito come un accrescimento del capitale sociale a disposizione di una comunità. Il capitale sociale, come lascia inten- dere la connotazione economica del concetto, è uno stock di risorse utilizzabili e attivabili per la produzione di qualcosa. La caratteristica fondamentale del capitale sociale è dunque la capacità produttiva, ma di produrre cosa? Sviluppo, innovazione,cambiamento; certo,soprattutto all’interno dell’arena partecipativa, ma soprattutto all’esterno, nell’arena sociale e politica, e oltre, ossia dopo che il processo parteci- pativo si è concluso. Il capitale sociale è una dotazione della comu- nità.Non c'è alcuna creazione di capitale sociale se le risorse costruite all’interno del processo partecipativo non sono in grado di costituirsi come esternalità positiva ossia di dare frutti al di là di esso. Si potrebbe sostenere che lo sviluppo del capitale sociale è l’effetto più importante dei processi partecipativi. Quello che veramente inte- ressa non è la soluzione di uno specifico problema, ma le capacità che in tale processo si costruiscono. Anche questa è una forma di empowerment, nel senso che, se il capitale sociale si sviluppa, i cittadi- ni accresceranno le loro dotazioni e le loro capacità, impareranno a camminare con le loro gambe. E tuttavia la produzione di capitale sociale è un sotto-prodotto, un effetto collaterale del processo parteci- pativo.Non può essere creato intenzionalmente. Si forma, se si forma, come effetto indiretto delle interazioni che si sviluppano tra i partecipanti attorno a temi e problemi di loro interesse. Ma cosa significa Amministrare con i Cittadini? Se qualcosa non funziona o se le relazioni si deteriorano, può anche prodursi un deteriora- mento di tali capacità. Come si fa a verificare se, in un determinato processo, c’è stata pro- duzione di capitale sociale? Spesso, anche nelle nostre esperienze, viene posto l’accento su quella che potremmo definire citizen satisfaction ossia sul grado di apprezzamento espresso dai partecipanti rela- tivamente al processo. Ma la soddisfazione dei partecipanti non è che il primissimo gradino per la costruzione di capitale sociale: infatti, che nell’arena partecipativa si sia instaurato un clima di relazione e di discussione aperto che ha consentito di approdare ad una visione condivisa di un problema o di una soluzione (o di entrambi) è un requisito fondamentale, ma ciò non significa che si siano create rela- zioni più salde che possano dare frutti nel futuro. Questo per due ordini di motivi: in primo luogo, quei cittadini che hanno vissuto quell’esperienza positiva possono non rivedersi mai più, non mante- nere le relazioni che hanno instaurato e non avere più l’occasione di ripetere esperienze simili; in secondo luogo, anche se continuano a vedersi, è possibile che non mettano a frutto le loro relazioni per indurre cambiamento all’esterno del circolo ristretto che si è creato durante il processo. Più che guardare al grado di soddisfazione (immediata) dei parte- cipanti, bisognerebbe osservare quello che è successo dopo la conclu- sione del processo partecipativo. La domanda fondamentale è: è rimasto qualcosa? I cittadini interessati sono stati in grado di seguire o controllare i processi di attuazione? Hanno continuato ad attivarsi? Hanno affrontato nuovi problemi? Hanno dato vita a nuovi comitati o a nuove strutture organizzative? In altre parole: la vita di quella comunità è cambiata, almeno in qualche misura? Rispondere a queste domande è molto difficile.Spesso la produzione di capitale sociale è praticamente impossibile. Talvolta la partecipazione si è risolta in eventi di brevissima durata.E pertanto si tratta di creare negli incontri pratiche abituali. Il quadro cambia se si costruiscono non eventi a se stanti, ma inseriti all’interno di un processo di maggior respiro. Più in generale, possiamo supporre che il capitale sociale cresca quando si moltiplicano le occasioni e i luoghi di interazione faccia a faccia, perché è in questi contesti che vengono create e valorizzate le capacità relazionali degli individui. La partecipazione può avere un impatto effettivo sulla cultura civica, sulle risorse di socialità e sul rapporto di fiducia dei cittadini con le istituzioni, se è inserita in un più ampio percorso partecipativo.Il capitale sociale cresce non in rapporto al numero delle associazioni ma in rapporto ad un progetto di grande respiro favorito anche dal mondo associativo, che invece spesso vive di autoreferenzialità! Le politiche di riqualificazione urbana rappresentano ad esempio,, sotto questo aspetto, un ambito senza dubbio privilegiato.Ma anche l' esperienza del bilancio partecipativo induce spesso l’amministrazione a riflettere sulle sue insufficienze e a inventare nuove soluzioni che finiscono per modificare notevolmente l’impianto del processo. Più in generale è probabile che queste esperienze rafforzino la capacità di ascolto, di coordinamento con altri enti o altre strutture, di lavorare per progetti e la dimestichezza con gli strumenti di programmazione negoziata.Ma un processo partecipativo che non decolla (vedi a Salice dove chi amministra ha difficoltà a far crescere la sensibilità dei cittadini sulla raccolta differenziata)può intaccare lo stock di risorse di socialità disponibili e erodere il capitale di fiducia di una comunità. Questo è il caso, ad esempio, dei processi che producono aspettative che non vanno deluse, pena la riapertura del fossato tra governati e governanti.

Pensierino del giorno(59) 6 Aprile 2014

Sì.....dirsi sempre l'amore....sempre!!!.........Anche quando, per le nostre fragilità, non riusciamo ad esprimere l'essenza più profonda dei nostri sentimenti!!!

sabato 5 aprile 2014

Pensierino del giorno (58) 5 Aprile 2014

E si continua ad avere fiducia nella bontà di chi detiene il potere economico e.....intanto.......gli esclusi ....aspettano!!!

venerdì 4 aprile 2014

Pensierino del giorno (57) 4 Aprile 2014

Cattolici che nascondono dietro la bandiera la loro irrefrenabile intolleranza e cattolici che ......risplendono.....senza bandiera!!!

giovedì 3 aprile 2014

Pensierino del giorno (56) 3 Aprile 2014

Nel mondo attuale Dio è molto pericoloso ! Si pone fuori dalle categorie di mercato!

Alcune sfide del mondo attuale ( dall ' Esortazione Evangelica "Evangelii Gaudium" di Papa Francesco )

Alcune sfide del mondo attuale L’umanità vive in questo momento una svolta storica che possiamo vedere nei progressi che si producono in diversi campi. Si devono lodare i successi che contribuiscono al benessere delle persone, per esempio nell’ambito della salute, dell’educazione e della comunicazione. Non possiamo tuttavia dimenticare che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo vivono una quotidiana precarietà, con conseguenze funeste. Aumentano alcune patologie. Il timore e la disperazione si impadroniscono del cuore di numerose persone, persino nei cosiddetti paesi ricchi. La gioia di vivere frequentemente si spegne, crescono la mancanza di rispetto e la violenza, l’inequità diventa sempre più evidente. Bisogna lottare per vivere e, spesso, per vivere con poca dignità. Questo cambiamento epocale è stato causato dai balzi enormi che, per qualità, quantità, velocità e accumulazione, si verificano nel progresso scientifico, nelle innovazioni tecnologiche e nelle loro rapide applicazioni in diversi ambiti della natura e della vita. Siamo nell’era della conoscenza e dell’informazione, fonte di nuove forme di un potere molto spesso anonimo. No a un’economia dell’esclusione Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”. In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza. Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete. La cultura del benessere ci anestetizza e perdiamo la calma se il mercato offre qualcosa che non abbiamo ancora comprato, mentre tutte queste vite stroncate per mancanza di possibilità ci sembrano un mero spettacolo che non ci turba in alcun modo. No alla nuova idolatria del denaro Una delle cause di questa situazione si trova nella relazione che abbiamo stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di noi e sulle nostre società. La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,1-35) ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano. La crisi mondiale che investe la finanza e l’economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo. Mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti dal benessere di questa minoranza felice. Tale squilibrio procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone, in modo unilaterale e implacabile, le sue leggi e le sue regole. Inoltre, il debito e i suoi interessi allontanano i Paesi dalle possibilità praticabili della loro economia e i cittadini dal loro reale potere d’acquisto. A tutto ciò si aggiunge una corruzione ramificata e un’evasione fiscale egoista, che hanno assunto dimensioni mondiali. La brama del potere e dell’avere non conosce limiti. In questo sistema, che tende a fagocitare tutto al fine di accrescere i benefici, qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta. No a un denaro che governa invece di servire Dietro questo atteggiamento si nascondono il rifiuto dell’etica e il rifiuto di Dio. All’etica si guarda di solito con un certo disprezzo beffardo. La si considera controproducente, troppo umana, perché relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché condanna la manipolazione e la degradazione della persona. In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che attende una risposta impegnativa, che si pone al di fuori delle categorie del mercato. Per queste, se assolutizzate, Dio è incontrollabile, non manipolabile, persino pericoloso, in quanto chiama l’essere umano alla sua piena realizzazione e all’indipendenza da qualunque tipo di schiavitù. L’etica – un’etica non ideologizzata – consente di creare un equilibrio e un ordine sociale più umano. In tal senso, esorto gli esperti finanziari e i governanti dei vari Paesi a considerare le parole di un saggio dell’antichità: « Non condividere i propri beni con i poveri significa derubarli e privarli della vita. I beni che possediamo non sono nostri, ma loro ».[55] Una riforma finanziaria che non ignori l’etica richiederebbe un vigoroso cambio di atteggiamento da parte dei dirigenti politici, che esorto ad affrontare questa sfida con determinazione e con lungimiranza, senza ignorare, naturalmente, la specificità di ogni contesto. Il denaro deve servire e non governare! Il Papa ama tutti, ricchi e poveri, ma ha l’obbligo, in nome di Cristo, di ricordare che i ricchi devono aiutare i poveri, rispettarli e promuoverli. Vi esorto alla solidarietà disinteressata e ad un ritorno dell’economia e della finanza ad un’etica in favore dell’essere umano. No all’inequità che genera violenza Oggi da molte parti si reclama maggiore sicurezza. Ma fino a quando non si eliminano l’esclusione e l’inequità nella società e tra i diversi popoli sarà impossibile sradicare la violenza. Si accusano della violenza i poveri e le popolazioni più povere, ma, senza uguaglianza di opportunità, le diverse forme di aggressione e di guerra troveranno un terreno fertile che prima o poi provocherà l’esplosione. Quando la società – locale, nazionale o mondiale – abbandona nella periferia una parte di sé, non vi saranno programmi politici, né forze dell’ordine o di intelligence che possano assicurare illimitatamente la tranquillità. Ciò non accade soltanto perché l’inequità provoca la reazione violenta di quanti sono esclusi dal sistema, bensì perché il sistema sociale ed economico è ingiusto alla radice. Come il bene tende a comunicarsi, così il male a cui si acconsente, cioè l’ingiustizia, tende ad espandere la sua forza nociva e a scardinare silenziosamente le basi di qualsiasi sistema politico e sociale, per quanto solido possa apparire. Se ogni azione ha delle conseguenze, un male annidato nelle strutture di una società contiene sempre un potenziale di dissoluzione e di morte. È il male cristallizzato nelle strutture sociali ingiuste, a partire dal quale non ci si può attendere un futuro migliore. Siamo lontani dalla cosiddetta “fine della storia”, giacché le condizioni di uno sviluppo sostenibile e pacifico non sono ancora adeguatamente impiantate e realizzate. I meccanismi dell’economia attuale promuovono un’esasperazione del consumo, ma risulta che il consumismo sfrenato, unito all’inequità, danneggia doppiamente il tessuto sociale. In tal modo la disparità sociale genera prima o poi una violenza che la corsa agli armamenti non risolve né risolverà mai. Essa serve solo a cercare di ingannare coloro che reclamano maggiore sicurezza, come se oggi non sapessimo che le armi e la repressione violenta, invece di apportare soluzioni, creano nuovi e peggiori conflitti. Alcuni semplicemente si compiacciono incolpando i poveri e i paesi poveri dei propri mali, con indebite generalizzazioni, e pretendono di trovare la soluzione in una “educazione” che li tranquillizzi e li trasformi in esseri addomesticati e inoffensivi. Questo diventa ancora più irritante se gli esclusi vedono crescere questo cancro sociale che è la corruzione profondamente radicata in molti Paesi – nei governi, nell’imprenditoria e nelle istituzioni – qualunque sia l’ideologia politica dei governanti.

mercoledì 2 aprile 2014

Pensierino del giorno (55) 2 Aprile 2014

Caro don Ciotti.....hai ragione ......una pedata a tutti quei politici che disertano le manifestazioni anti-mafia ma......loro non ci saranno mai..........anche...perchè, se partecipassero, farebbero la figura del bambino che ha appena svuotato un vasetto di nutella !!!

martedì 1 aprile 2014

Pensierino del giorno (54) 1 Aprile 2014

Nella storia delle varie Comunità laddove sono state prevalenti la passione e l'amore per le Arti e la Cultura è cresciuto nel tempo il livello di senso civico e, in una parola, la Civiltà di un popolo!Diversamente...sarebbe difficile spiegare il divario di sensibilità culturale oggi esistente tra le diverse aggregazioni del profondo Sud .