venerdì 28 giugno 2013

Quannu rria Natali...(1970)

Quannu rria Natali...ndi mutamu
ricali, canti e pettuli 'mpddati
pinzamu soltantu  'ndi buffamu
lajini, tacchini e cartiddati!


Pi nu 'ncantesimu, quasi pi mascìa
quannu rria Natali e fini t'annu
simu cchiù bueni e cu la fantasia
'ndi scurdamu li uai ti quistu munnu!


Ma uarda! Comu faci cu ti scuerdi?
Mentri sta mangi e pienzi allu ricalu
pi l'amici e li famigliari
nu piccinnu ti toi anni appena,
na mamma ca no' sapi ccè ppò fari
cunsumati e strazziati ti la fami
sperunu ancora nu stuezzu ti pani!
Ddu mostru ti la televisioni
ti sbatti an facci senza compassioni
sceni ti fami, ti tuluri e morti,
pi nu stranu scherzu ti la sorti!


Intantu.."Papà!" tici figghiata la Mariella
"iu vogghiu la bambola cchiù bella!"
e figghiata lu Pieru ca è vagnoni
e a vvoti nu picca rusiconi
crita "Papà! ti mei no' ti scurdari,
vogghiu nu pianu cu pozzu sunari!"
E tu uardi lu cchiù piccinnu...lu Tunatu
e ddici "figghiu mia, sì furtunatu!
ma pi nnui ca simu cranni e vaccinati
si pripara na fini ti tannati!
mintimindi na manu alla cuscienza
e iutamu tutti cu la santa pacienza,
iutamili osci ca 'ndi convieni a nui stessi,
ci nò crai paiamu puru l'interessi!!!

domenica 23 giugno 2013

Il "fare" soporifero e inconcludente!!!

Per cogliere il senso profondo delle cose in primo luogo occorre una coraggiosa volontà politica, significa dare concretezza al motto di don Sturzo"siate liberi e forti"! Oggi, dopo un ventennio in cui tutti nel nostro Paese hanno contribuito all'annientamento dei valori morali e politici, diventa complicato non solo affrontare i veri problemi ma anche e soprattutto individuarli.  Quando i problemi si presentano ai nostri occhi nella loro cruda realtà, allora diventano difficili in quanto politici (ma quale problema non è politico?), allora, chiamati ad assumerci tutta la nostra responsabilità di cittadini attivi, scantoniamo......amiamo dichiararci "non di parte" "apartitici", persino "apolitici" ( che è il massimo della nostra dabbenaggine!). Anche in una piccola Comunità, dove spesso prevale il forte senso di una religiosità bigotta, si è sempre pronti a dichiarare la propria non appartenenza politica pur di non affrontare i problemi di fondo che attanagliano lo sviluppo culturale, sociale e morale del territorio. Spesso è poi paradossale la proliferazione di associazioni autoreferenziali "apartitiche" che, in nome del "volemose bene" e di un frainteso senso della fratellanza, dibattono dei temi più disparati, persino di lavoro e di mafie, in termini generici come se fossero problemi di altri territori, dimenticando che il degrado di una comunità è frutto dell'azione amministrativa e politica delle persone. Associazioni cattoliche, che, in nome di un astratto liturgismo, rifuggono dai problemi perchè non vogliono essere di parte (sic!), danno forza ad un silenzio irreligioso ed omertoso, dimenticando che essere cristiani significa soprattutto essere "di parte" e andare sempre "controcorrente"! Per concludere....non si tratta di associarsi per il nostro autocompiacimento, in nome di un fare inconcludente e soporifero per la nostra coscienza , non si tratta di evitare di affrontare i veri problemi per non disturbare i manovratori del consenso, ma si tratta di saper sviluppare una profonda azione "politica" per affondare i colpi nella sostanza delle cose, dando chiara dimostrazione di essere "liberi e forti" e di volere bene alla propria Comunità e alla propria realtà territoriale.

venerdì 21 giugno 2013

FOGLIE   INGIALLITE


Soffia nel cuore un lamento
come vento impetuoso,
poi s'adagia.....tenera brezza
di una tiepida sera
di primavera.

Un grido si squarcia nell'aria,
fosca nuvolaglia irrompe....
con malcelato fragore
nel cuore sereno
di una notte d'agosto.

Ora.....ho voglia di scuotere
le ultime foglie ingiallite
del sonnolento autunno
della mia esistenza!

Ecco.....ora posso ammirare
......estasiato
la tua dolce immagine
di fiaba!!!

sabato 8 giugno 2013

IL PD CHE VERRA'!!!

Domanda per un simpatizzante o iscritto al PD.........ma io sento mio questo partito? La mia appartenenza si fonda su quali idealità?Quelle liberaldemocratiche......quelle cattolico-democratiche.......quelle socialdemocratiche? Il PD nasce perchè?  Si parlò di un progetto ambizioso...quello di realizzare il grande incontro delle 3 anime......in definitiva una sintesi delle idealità delle 3 anime!!! Obiettivo decisamente ambizioso....forse utopistico....forse impossibile! Ma chi ha aderito al PD lo ha fatto sulla base di quali motivazioni ideali? Se dovessimo osservare oggi lo stato del partito, spiace dirlo, ma la risposta è.....nessuna motivazione ideale!!! Tanti, troppi hanno aderito non al PD ma , sulle scia del capo-corrente, alla sua consorteria perchè quella era la strada obbligata per fare carriera o comunque per "contare" nel partito! Gli ideali? Carta straccia come la Carta dei valori fondativi del PD, da tanti sottoscritta, ma poi buttata nel cestino, immolata alla real-politik!!! E in nome del rispetto a quelli che "contano", quando ci furono le primarie per la segreteria, chi ottenne minor consenso? Proprio quell'Ignazio Marino, ormai sindaco di Roma, l'unico che chiedeva il consenso agli iscritti PD presentandosi con un vero...concreto programma  di sinistra!!! Nei programmi di Bersani e di Franceschini vi era di tutto, un po' di tutto ossia.....niente!!! Il percorso di un partito, che aveva deturpato i suoi valori fondativi, è stato accidentato fino al totale dissolvimento! Marino, che osava parlare di diritti civili (fiore all'occhiello tra i valori del PD nascente) è stato nel partito messo in un angolo e posto sotto osservazione speciale dalla nomenklatura del PD, anche perchè era "scandaloso" che la battaglia per i diritti civili fosse dichiarata da un cattolico come Marino! Ora, fallito l'incontro delle 3 anime, il PD....si dice....deve essere rifondato. Come? Si tornerà a parlare di partito plurale? Si va al Congresso d'autunno già inquadrati nelle Consorterie-correnti? Si avrà il coraggio di definire delle mozioni che ci sappiano dire quale PD vogliamo? I dirigenti che hanno distrutto il PD saranno disposti a togliersi di mezzo o ancora una volta si batteranno per avere un partito senza identità e quindi un non-partito? Ecco il Congresso d'autunno è chiamato a dare qualche risposta a queste domande!! Se lo farà...forse avremo finalmente il PD!

martedì 4 giugno 2013

UNA VITA QUALSIASI .......Racconti torresi................No' ti pozzu scurdari Torri mia!

Quannu na sera, quasi pi mascìa
s'apriu lu sipariu ti la menti mia
 veddi la storia ti la vita mia!

Lu castieddu, la chiazza e la culonna
ti la santa ca proteggi li turrisi
immaggini sempri vivi intr'allu cori!

Iu vagnoni sciucava cu llu teatru
ti li racconti ti lu libbru Cuori
sobbra 'na seggia vecchia e sgangherata!

Tanti...tanti  versi a memoria
la scola elementari alla via ti Oria
la sera a scunnicola cu ll'amici!

Poi la prima Cumpagnia Teatrali
cu amici e maestri eccezzionali
allu Cumentu nu giallu e la Passioni,
partiti interminabbili a palloni!

Figghiu furtunatu ti li anni sessanta
la musica cu amici straordinari
cu nu complessu ca 'ndi facia sognari!


Emozioni,delusioni,sentimenti,
mai svelati  innamoramenti,
vint'anni ti la vita mia !
No ti pozzu scurdari, Torri mia!





lunedì 3 giugno 2013

Mi sta a cuore l'ultimo...l'ultimo della fila
mi sta a cuore l'altro.....con la sua dignità
mi sta a cuore chi sente il peso degli anni
mi sta a cuore il bambino che abbraccia la vita
mi sta a cuore il profumo di una vita vissuta
mi sta a cuore quell'uomo...artista di strada
mi sta a cuore quel prete innamorato dell'uomo
mi sta a cuore quel frutto odoroso d'infanzia
mi sta a cuore una mano...che si apre all'incontro
mi sta a cuore la coda gioiosa di un cane
mi sta a cuore la via dei  giochi perduti
mi sta a cuore l'amico indomito al tempo
mi sta a cuore la gioia di chi condivide
mi sta a cuore quel grazie di un volto segnato
mi sta a cuore la speranza di chi ha sbagliato
mi sta a cuore chi muore senza clamore
mi sta a cuore chi non ama il giro di parole
mi sta a cuore chi va controcorrente
mi sta a cuore chi è sempre voce fuori dal coro
mi sta a cuore il silenzio edificante
mi sta a cuore il grido rivoluzionario
mi sta a cuore il mio tempo
mi sta a cuore ....mi sta a cuore!!!

domenica 2 giugno 2013

Una Comunità, libera e matura, nell'emergenza cancella le divisioni!!!

 In questa fase della storia del nostro Paese sono poche le realtà territoriali in Italia che si possono presentare non macchiate dai problemi di bilancio. Amministrare significa porre le basi della serenità e della felicità di una Comunità! E' pertanto evidente che una Comunità affida questo compito a chi dà tutte le garanzie di una sana e corretta amministrazione. Non sempre però la Comunità sceglie i migliori ossia quelli che assicurano con la loro azione amministrativa lo sviluppo economico e sociale del territorio e ciò in ragione che non sempre i livelli di cittadinanza attiva sono particolarmente elevati! Quando si amministra male, la Comunità rileva i danni di una cattiva amministrazione , se i danni sono sotto gli occhi di tutti, ma quando, al degrado di un territorio, si aggiungono i buchi enormi di  un bilancio in rosso, spesso nascosti a chi col voto è abituato alla delega intesa come cieca fiducia, allora diventa difficile rilevare le responsabilità delle varie amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 30 o 40 anni.Come e dove rilevare le responsabilità? Ed è oltremodo ingeneroso che una Comunità debba essere severa con chi ha ereditato una situazione debitoria praticamente insanabile, piuttosto che invece bocciare se stessa e preoccuparsi di dare un chiaro sostegno a chi vuole porre riparo ai danni di tutte le "allegre " amministrazioni del passato! Il Bene è comune ossia il Bene, la felicità, il benessere di una Comunità è di tutti e tutti hanno il dovere di costruire il Bene di tutti cioè di ciascuno....senza deleghe in bianco!
La legge n.91 del 1992    Il conseguimento della cittadinanza italiana

Prevede 3 percorsi per il conseguimento della cittadinanza italiana
1)La cittadinanza si consegue o a titolo originario ovvero per nascita da genitori già italiani(ius sanguinis) oppure per trasmissione di diritto per i figli di stranieri che sono già diventati italiani per naturalizzazione(communicatio juris). I requisiti richiesti sono lo stato di famiglia o documentazione che attesti la convivenza stabile ed effettiva con il genitore alla data dell'acquisto della cittadinanza italiana.
2) per beneficio di legge...in tal caso ci deve essere la manifestazione di volontà dello straniero a divenire cittadino italiano, senza alcuna valutazione della Pubblica Amministrazione. Si applica in due casi soprattutto...il richiedente sia uno straniero o apolide il cui padre o madre o almeno uno dei nonni siano stati cittadini italiani per nascita, anche nel caso in cui vi sia stata una rinuncia successiva, l'altro caso..che il richiedente sia straniero nato in Italia e ivi residente senza interruzioni fino alla maggiore età(in tal caso non è prevista la perdita della cittadinanza di origine).
3) Per naturalizzazione. Avviene con l'emanazione di un provvedimento amministrativo, con decreto del Presidente della repubblica su richiesta del Ministero dell'Interno. In tal caso 2 percorsi.....per matrimonio, con cittadinanza che si può ottenere facilmente....oppure in via ordinaria e in tal caso ottenere la cittadinanza è piuttosto difficile perchè i requisiti sono il tempo di residenza sul suolo italiano (che è diverso a seconda del tipo di straniero), l'assenza di precedenti penali, l'ottemperanza degli obblighi fiscali e l'autosufficienza economica (reddito non inferiore a 9mila euro!)

Siamo ormai nell'Età dei Diritti?

Alcune domande sul diritto alla cittadinanza oggi

La prima...il filosofo Habermas afferma che, con il deperimento del ruolo dello Stato-Nazione, siamo ormai entrati nella "Costellazione post-nazionale"! E' possibile quindi oggi sperare in una nuova idea di cittadinanza se, in questa fase storica, si dovessero trovare nuovi termini di riferimento a cui collegare un nuovo senso di appartenenza?

La seconda....In considerazione del fatto che l'attuale Teoria Costituzionale vede ormai nello Stato non solo un apparato di tutela del soggetto ma anche uno strumento di garanzia dei diritti dell'uomo e del cittadino, sarà possibile ricondurre tutto al valore "assoluto" della persona, proprio secondo la visione kantiana?

La terza..........Immaginando di ridurre il peso dell'appartenenza nell'idea di cittadinanza, allorquando si definisce la formulazione dei diritti, sarà possibile andare fuori dal quadro storico-geografico dello Stato-Nazione e quindi riproporre i diritti (compresa la cittadinanza) come "universali" diritti dell'uomo, a cui attribuire inevitabilmente una "positività" sovranazionale?

Ma il quesito di fondo è......    oggi sarà mai possibile inventare una nuova e unitaria idea di soggetto....cittadino del mondo...che, come quella che si formò nell'Età Moderna (dal cittadino-suddito al cittadino-uomo), possa riuscire a comprendere in sè, non solo l'attuale processo di ridefinizione dei "classici" diritti (civili, politici e sociali), ma anche l'insieme dei "nuovi" diritti ( quello di genere, di razza, del vivente non umano ecc.)?

Se dovesse avvenire tutto questo, saremmo davvero ad una svolta epocale, si aprirebbe davvero quella che Norberto Bobbio alla fine degli anni '80  indicava come l'Età dei Diritti!

MAI....MAI PIU' CITTADINI DI SERIE B!!!



                                                                               Vorrei iniziare ricordando la meravigliosa figura di don Andrea Gallo, simbolo di una Chiesa che ama, che include, che abbraccia tutti..nessuno escluso! Grazie don Andrea! Non è un caso che don Andrea lo sentiamo presente tra noi.....parliamo di cittadinanza ..di diritto alla cittadinanza! Se andiamo indietro nel tempo scopriamo che un popolo come quello romano ha saputo declinare in modo originale il principio dello ius sanguinis...infatti, a differenza dei Greci, i Romani hanno inteso questo principio sempre aperto alla possibilità di molte inclusioni. Come mai? Perchè i Romani riconoscevano che la loro Comunità era nata come unione di genti diverse, da un incrocio di mondi e di culture! Dionigi d'Alicarnasso ci racconta che già nell'età di Romolo i Romani tendevano ad assimilare altre genti, nonchè gli schiavi ai quali veniva poi concessa la libertà con acquisizione automatica della cittadinanza! E i Romani, nel corso dei secoli,concederanno la cittadinanza ai popoli conquistati con una generosità pari alla loro lungimiranza politica!

                                           L'idea di cittadinanza e il suo percorso storico tortuoso!
Fino al 1500 la cittadinanza si fonda sullo ius sanguinis, poi nel 1600 dal cittadino-suddito dello Stato assoluto si passa al cittadino-uomo con il giusnaturalismo con la riscoperta dell'idea di cittadinanza che attraversa l'illuminismo del 1700 e la Rivoluzione francese che rafforza l'idea di cittadinanza come appartenenza allo Stato-Nazione. Poi il 1800, un secolo che va al di là della sua durata cronologica perchè copre un arco temporale che va dalla Rivoluzione Francese alla I Guerra Mondiale ...è il secolo che si nutre di un fondamentale ottimismo sulla possibilità di far andare d'accordo le esigenze dell'individuo con i compiti dello Stato. Poi una data che segna la crisi della fiducia in un rapporto armonico tra cittadino e Stato, la data è quella del 1885, anno della Conferenza di Berlino, quando le Potenze europee procedono alla spartizione coloniale del mondo. Di qui l'irrazionalismo nella cultura, il nazionalismo, il militarismo, il colonialismo, il razzismo, l'avversione per le istituzioni liberali, per la democrazia e per il socialismo.....tutti ingradienti di una miscela esplosiva che dà luogo all'imperialismo e alla deflagrazione della I Guerra Mondiale e alla Rivoluzione russa: questi due avvenimenti costringono a ripartire dai termini originari e costitutivi del discorso sulla cittadinanza....si apre l'epoca della società di massa, con la nascita del partito politico di massa, non solo a sinistra ma anche a destra, un nuovo soggetto collettivo che ridefinisce in modo radicale le condizioni dell'appartenenza e quindi pone in termini nuovi il problema del rapporto fra il soggetto e la cittadinanza. Con la nascita dell'Unione sovietica e con i regimi autoritari prima in Italia poi in Germania siamo ormai alla negazione dell'autonomia e della libertà del soggetto e alla drastica subordinazione del soggetto ad entità collettive quali lo Stato-Nazione e la Razza!
Dopo la seconda guerra mondiale, con la Carta istitutiva dell'ONU del 1945 e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo l'idea di Cittadinanza perde il suo carattere preminente di "status" o di appartenenza, in forza del principio dell'inviolabilità e dell'universalità dei diritti fondamentali, i cui titolari sono e devono essere tutti gli esseri umani. Ma c'è di più.....infatti la Cittadinanza diventa essa stessa un diritto fondamentale di cui rivendicare la tutela uguale e inviolabile per ogni essere umano! Stupendo! Straordinario!      Ma la Storia fa il suo percorso....che è diverso da quello della cittadinanza. Con la guerra fredda la Cittadinanza riacquista la connotazione tradizionale di "status", in base alla quale è considerato lecito discriminare tra individui titolari e individui non titolari dei diritti fondamentali.....e tutto ciò accade non tanto per la trasformazione dell'ordine internzionale quanto perchè avviene una trasformazione soggettiva e non inevitabile di quei 3 principi tra loro strettamente connessi e affermati nel secondo dopoguerra e cioè quello dei diritti fondamentali, quello della difese delle istituzioni democratiche e quello del mantenimento della pace! E se osserviamo i flussi migratori degli ultimi vent'anni notiamo chiaramente che si è andata affermando la tendenza a considerare i diritti fondamentali come privilegi da garantire ai cittadini e da concedere avaramente con restrizioni ed eccezioni di ogni sorta ai migranti.

Una legge discriminante!!!

Le motivazioni di fondo della legge n.91 del 1992

Agli inizi degli anni '90 con la legge n. 91 il legislatore si preoccupò soprattutto della tutela delle radici degli emigrati italiani e del rafforzamento di quei principi che, anni prima, erano stati alla base della Riforma del Diritto di Famiglia.....nessuna attenzione invece alla condizione degli stranieri residenti in Italia e delle loro famiglie! Ma l'errore di fondo è stato il fatto di non aver compreso che la crescita della presenza straniera e la sua stabilizzazione nel contesto demografico italiano fosse un dato inevitabile! E così per puro masochismo è stata concessa la cittadinanza a italiani che vivono all'estero da 3-4 generazioni e non hanno davvero nessun legame con l'Italia (tanto da non parlare nemmeno l'italiano) per negarla poi ai ragazzi di seconda generazione che potrebbero essere un elemento potentissimo nella mediazione culturale tra noi e i loro genitori.

L'Italia ha bisogno dell'immigrazione!

L'Italia ha bisogno dell'immigrazione perchè immigrazione significa rinnovamento della popolazione. La  concessione della cittadinanza all'immigrato non è un fatto di generosità ma è un incontro reciproco di interessi. Senza gli immigrati oggi l'Italia avrebbe 55 milioni di abitanti e non 60 e avrebbe sicuramente più problemi a recuperare i soldi da dare all'Europa, sarebbe un Paese avviato a un declino inarrestabile! Nonostante ciò, siamo molto avari nella concessione della cittadinanza agli immigrati....basta osservare i dati relativi al 2009....in Italia  64.000 stranieri hanno ottenuto la cittadinanza per naturalizzazione, nel Regno Unito 200.000, in Francia 135.000, in Germania 100.000, in Spagna 80.000. Erano molto più magnanimi i nostri antenati..i Romani, che declinavano in modo estensivo il principio del ius sanguinis e concedevano ai popoli sottomessi la cittadinanza romana sia per lungimiranza politica sia perchè erano consapevoli che la loro civiltà era nata dall'incontro di varie etnie, da un incrocio di mondi e culture.

Personalmente trovo poi insopportabile l'idea che una persona, che ha deciso di diventare italiano cioè di sposare il punto di vista della nostra società, debba attendere 13, 14, 15, 16 anni perchè così prescrive una legge che è stata pensata 20 anni fa, quindi ormai inadeguata e deficitaria!

Una classe dirigente non si inventa dal nulla!

I colpi della mannaia di Mani Pulite hanno colpito solo parzialmente il sistema delle corruttele che ha investito quasi tutti i partiti della I Repubblica. Con Mani Pulite si chiude tuttavia anche la fase del partito-tradizionale, che comunque garantiva il confronto democratico nonchè la formazione politica della futura classe dirigente del Paese. Il partito-tradizionale nei primi anni '90 è soppiantato dal partito-padronale e dal partito-correntizio (che si rivela come la degenerazione del partito-padronale).Gli ultimi vent'anni di vita parlamentare hanno evidenziato una gravissima lacuna delle istituzioni.....ci si è resi conto che una classe dirigente non si inventa dal nulla! Il pozzo a cui attingere ? La società civile...si è detto, il mondo dell'associazionismo! Operazione che si è rivelata incongruente e, in molti casi, fallimentare! Non si è compreso che una vera formazione politica si consegue solo all'interno della struttura- partito e non in una associazione qualsiasi, per quanto interessante possa essere l'esperienza associativa! Un sistema elettorale aberrante ha poi aggravato la situazione dal momento che in Parlamento e nelle varie istituzioni hanno fatto il loro ingresso non persone capaci e competenti ma semplicemente nominate dal padrone del partito o dai capi-corrente. Oggi abbiamo un Parlamento sicuramente più giovane ma anche meno rappresentativo in fatto di etica, di competenza e di senso di appartenenza (basta ricordare quanto è accaduto durante l'elezione del Presidente della Repubblica!).Grillo e il suo movimento non hanno certamente dato risposte rassicuranti sul tema delle classi dirigenti.....anche in questo caso l'impressione è che troppi giovani siano stati mandati allo sbaraglio in Parlamento! E allora, che fare? Forse si tratta semplicemente di ripensare la struttura-partito ossia di dare vitalità ed entusiasmo ad una forma organizzativa in cui si affermi nettamente il senso dell'appartenenza e si faccia un proficuo esercizio di democrazia, con decisioni che nascano dal confronto e non imposte dai diktat del capo o dei capi-corrente! Non è facile...ma bisogna provarci! Il prossimo Congresso del PD potrebbe essere già un serio banco di prova!