giovedì 30 novembre 2017

Il Tono Morale e la democrazia oltraggiata nel Bel Paese!


Dagli anni '80, grazie alla trasmissione Drive in , si pianifica su tutte le reti tv una sfrontata esibizione di nudo femminile e di sesso che rese la TV italiana una delle più indecenti del mondo con il paradosso di essere il sistema televisivo che dedica maggiore attenzione alle uscite del Papa e insieme quello col tasso più sfrontato di "culi e tette"!A partire dagli anni '90 abbiamo poi l'espansione dei talk shows con lo scambio del modello aggressivo e ingiurioso tra quelli di tema politico e quelli di tipo privato :un vero inno alla volgarità!
A partire dal 2000 i reality shows superano ogni limite di decenza con la precisa consegna di esagerare a ogni costo.Gli storici di domani inevitabilmente dovranno interrogarsi sui guasti che al Tono morale di un paio di generazioni di italiani è stato portato, dal 1990 in poi, dall'esposizione intensa e cinica a trasmissioni francamente indecenti come Amici, Chiambretti show,Il Grande Fratello,l'Isola dei famosi e così via, con l'intermittente aggiunta di trasmissioni cosiddette politiche.Scopriranno che, agli inizi del secolo XXI, il carattere e la moralità degli italiani sono stati formati non da poderosi progetti politici, da grandi riforme della scuola e dall'influsso di forti personalità intellettuali, non dall'esempio di imprenditori lungimiranti, ma dall'azione combinata e deliberata di un centinaio di professionisti dei media (e dalla folla dei loro figuranti) che hanno riversato, dai teleschermi sul popolo, insuperabili dosi di volgarità, di qualunquismo, di menefreghismo e di aggressività! La vera formazione morale degli italiani non si è svolta e non si svolge ancora oggi nella scuola, ma promanava e promana dagli schermi video!Questi fenomeni sono stati assorbiti dalla mentalità di tanta gente e hanno modificato i valori e sfigurato alcuni parametri primari del Tono Morale!Questi fenomeni hanno attecchito, tra l'altro, in una società culturalmente gracile e poco attrezzata a difendersi.E così il consumismo ha prevalso sull'aspirazione all'istruzione e la scuola si è visto sfuggire di mano il potere di formazione e di presa sui giovani.Domanda: ma come è stato possibile che la gestione del Tono Morale sia stata trasferita, con una folle delega in bianco, a una pattuglia di conduttori televisivi e a un esercito di spregiudicate figure pubbliche? Questo è uno dei tanti terreni in cui la democrazia rivela con candore di essere un sistema intrinsecamente fragile. E' inevitabile,forse, che le società democratiche non abbiano organi di controllo morale, ma è anche pur vero che le società democratiche dovrebbero elaborare da sole la risposta alle derive e,in particolare a quella funzione, dovrebbero servire la scuola e le èlites, autorevoli e costituite da personalità di vasto respiro, che sappiano indicare rimedi e alternative. Scuola e èlites che oggi non ci sono nel nostro Paese per cui la nostra democrazia attualmente appare malconcia, mal coltivata e mal protetta!

mercoledì 29 novembre 2017

Caro Scalfari...ma di cosa stiamo parlando?

E così parlò Scalfari....un conto è la morale...un conto è la politica! E giù di lì...sciocchezze su Aristotele e su Platone per dare vigore alla sua stramba affermazione!
Caro Scalfari, gli storici antichi e classici non mancavano mai di menzionare la situazione morale come fattore primario per dar conto di un'epoca e di un regime! Nelle pagine su Nerone, tra le tante che dedica a tematiche che oggi diremmo "morali", Tacitodescrive con infaticabile deplorazione il degradarsi della moralità pubblica e il suo effetto di contagio. Ecco un breve campione:"Non la nobiltà della famiglia, non l'età, non la dignità delle cariche ricoperte furono impedimento per Nerone a esercitare l'arte degli istrioni greci e latini, fino ad atteggiamenti e canti sconvenienti per un uomo.Anzi, anche donne di illustre casato si esibivano in sconce rappresentazioni e presso il bosco furono costruiti luoghi di ritrovo e botteghe dove erano posti in vendita eccitanti alla lussuria. Si distribuiva anche denaro, che gli onesti spendevano perchè costretti, i dissoluti per trarne vanto: di qui si insinuarono scelleratezze e infamie, nè mai vi fu così oscena corruzione come in quella depravata accozzaglia!" (Annali,XIV,xv).
Anche per gli storici e i teorici politici moderni l'analisi della situazione morale era fondamentale. Nel Papa Alessandro VI  Guicciardini rilevava esecrabili vizi morali e ambizione immoderata e costumi oscenissimi!Ma potremmo anche ricordare Machiavelli, Montaigne e tanti altri classici.
A dispetto di tutta questa tradizione,a Scalfari ma anche a tanti storici e analisti politici attuali il Tono Morale non sembra più così importante per definire le condizioni della nostra epoca e del nostro Paese. Il Tono Morale è il nodo in cui si intrecciano fattori delicatissimi per la salute della vita collettiva e quindi della democrazia: la decenza, la globale civiltà dell'ambiente in cui si vive, il rispetto delle opinioni e dei gusti degli altri, l'accettabilità di quel che viene esibito nelle arene pubbliche e collettive,lo scrupolo verso le regole civiche,la pacatezza dei rapporti tra le persone,la disponibilità a lodare chi bene opera e a deplorare i comportamenti impropri e così via!
Il deteriorarsi del Tono Morale porta frutti come la corruzione, la mancanza di rispetto verso le istituzioni, la crisi della dignità pubblica. Da questo punto di vista l'Italia si trova da anni in uno dei picchi più bassi della sua storia!Il Tono Morale del Paese ha la fondamentale peculiarità di essere in rapporto di costante scambio con la Pubblica Moralità, in quanto il comportamento dei potenti ispira, modella, orienta il comportamento della gente, secondo un meccanismo di influenzamento mimetico. Anche da questo punto di vista l'Italia è oggi un Paese in affanno:molti lo considerano un Paese "volgare" e "scostumato" spesso oltre i limiti del sopportabile e considerano questa condizione come fonte di pericoli. La volgarità diffusa infatti è uno dei motivi per cui un Paese precipita nel marasma morale al punto che anche nei momenti elettorali risultano eletti degni rappresentanti del degrado morale della nazione!

domenica 19 novembre 2017

Parliamo in latino?

Giochiamo con quella che ormai tutti considerano una lingua morta e sepolta!In realtà il latino è una lingua che anche oggi può essere percepita immediatamente con un'esperienza diretta. Quanto alla grammatica, croce e delizia di tutti quelli che hanno studiato scolasticamente il latino,può anche diventare momento che segue l'intuizione, che significa ricorrere alla tecnica più vivace delle "macchine che insegnano le lingue e che , in questo caso, è applicata alla scienza dei paradigmi!

Prima lezione

cum con                                                               cognoscit conosce
facile facilmente                                                  discit   (egli)impara
libenter volentieri                                                 disco   (io)imparo
nondum   non...ancora                                          est       è
puer ragazzo                                                        habito    (io)abito
ubi dove                                                              sum       (io)sono
urbs città                                                             sunt       (essi) sono

minime vero  niente affatto
minimus natu   il più piccolo (fra più di due)
minor natu  più piccolo (rispetto al primogenito)

                                                       Testo

Ego sum puer Romanus.
Roma est urbs insignis ubi habito cum mea familia. In mea familia sunt pater Lucius, mater Antonia et frater meus Franciscus.
Franciscus est minimus natu. Ego Caesar sum minor natu et in schola facile disco.
Amicus meus Polybius Graecus est; nondum bene Latinum cognoscit et in schola Latinum libenter discit

                                           Parliamo in latino


Quid est Roma?                                    Roma est urbs insignis
Quis est Caesar?                                  Caesar est puer Romanus
Quis est Lucius?                                   Lucius est pater
Quis est Antonia?                                 Antonia est mater
Quis est Franciscus?                             Franciscus est frater
Num Franciscus est minor natu?           Minime vero.Franciscus est minimus natu
Num Caesar est minimus natu?          Minime vero. Caesar est minor natu
Quis est Polybius ?                             Polybius est puer Graecus
Num Polybius bene Latinum cognoscit?   Minime vero.Polybius nondum bene Latinum cognoscit
Quid Polybius in schola discit ?          Polybius in schola discit Latinum

lunedì 13 novembre 2017

L'Italia oggi ha bisogno di un partito socialista e progressista !

L'Italia ha bisogno di un partito socialista e progressista.
Un partito che riparta dalle persone, dalla qualità e dai bisogni delle loro vite, dalle loro attese e dalle loro speranze!
Un partito che abbia una linea verticale a doppio senso, dalla base dei suoi iscritti alle figure di riferimento politico nazionale, e conosca anche una dimensione orizzontale, di scambio e collaborazione tra i territori, le sezioni, le amministrazioni locali, condividendo le buone pratiche. Non gerarchie pertanto...ma rapporti e relazioni.
Un partito che non sia centralista nè autoreferenziale.
Un partito che non sia di nessuno, perchè è di tutti coloro che ritengono di poter partecipare alla sua vita democratica.
Un vero partito del lavoro: un partito che si qualifichi non solo per la coerenza con i suoi principi e valori fondamentali, ma per le risposte che sa offrire ai cittadini, rispetto alla loro vita quotidiana e alle loro esigenze maggiormente sentite.
Un partito che sappia costruire le alleanze a partire dal proprio profilo e da quello che vuole il Paese, non in base alla convenienza elettorale o al mero esercizio politicista, di cui abbiamo avuto fin troppi esempi in questi anni.
Un partito che abbia a cuore i diritti di tutti e, in primo luogo, quelli dei più deboli.
Un partito che rispetti le minoranze e le diverse sensibilità che ne fanno parte, avviando un dibattito aperto, non pregiudiziale, inclusivo e responsabile.
Un partito veramente laico, che significa in primo luogo di non confondere il pensiero e l'autentico sentimento con la convinzione fanatica e con le viscerali reazioni emotive!
Un partito che sia centro di elaborazione, aperto e contendibile, sulle questioni di maggiore attualità e di più forte impatto sulla vita delle persone.
Un partito che faccia rete in tutti i sensi, che miri ad integrare le esperienze delle sezioni con quelle del web.
Un partito che parli la lingua delle persone e che si faccia capire, che bandisca le formule astruse e il gergo della politica.
In definitiva...un partito che sia socialista e progressista !

mercoledì 18 ottobre 2017

Tragica fine di quattrocentomila Usipeti e Tencteri     (CESARE)

Germani post tergum clamore audito cum suos interfici viderent, armis abiectis signisque militaribus relictis se ex castris eiecerunt et, cum ad confluentem Mosae et Rheni pervenissent, reliqua fuga desperata magno numero interfecto reliqui se in flumen praecipitaverunt atque ibi timore lassitudine vi fluminis oppressi perierunt.
Nostri ad unum omnes incolumes perpaucis vulneratis ex tanti belli timore, cum hostium numerus capitum quadringentorum triginta milium fuisset, se in castra receperunt.
Caesar iis, quos in castris retinuerat, iscedendi potestatem fecit. illi supplicia cruciatusque Gallorum veriti, quorum agros vexaverant, remanere se apud eum velle dixerunt. His Caesar libertatem concessit.

                                                         Traduzione
I Germani sentito alle spalle il clamore, vedendo che i loro erano massacrati, buttate le armi ed abbandonate le insegne militari si cacciarono fuori dall'accampamento, ed essendo giunti alla confluenza della Mosa e del Reno, essendo la restante fuga disperata, massacrato un gran numero, gli altri si gettarono nel fiume e qui oppressi da paura, stanchezza, violenza del fiume perirono. I nostri incolumi fino all'ultimo, tutti, feriti in pochissimi dal terrore d'una guerra così grande, mentre il numero dei nemici era stato di quattrocento trenta mila persone, si ritirarono negli accampamenti.
Cesare diede la possibilità a quelli, che aveva arrestato negli accampamenti di andarsene. Essi temendo le pene e le punizioni dei Galli, i cui Campi avevano devastato, dissero di voler restare presso di lui. Ad essi Cesare concesse la libertà.

Cicerone - Cato Maior de Senectute - 51

Venio nunc ad voluptates agricolarum, quibus ego incredibiliter delector; quae nec ulla impediuntur senectute et mihi ad sapientis vitam proxime videntur accedere. Habent enim rationem cum terra, quae numquam recusat imperium nec umquam sine usura reddit, quod accepit, sed alias minore, plerumque maiore cum faenore. Quamquam me quidem non fructus modo, sed etiam ipsius terrae vis ac natura delectat. Quae cum gremio mollito ac subacto sparsum semen excepit, primum id occaecatum cohibet, ex quo occatio, quae hoc efficit, nominata est, deinde tepefactum vapore et compressu suo diffundit et elicit herbescentem ex eo viriditatem, quae nixa fibris stirpium sensim adulescit culmoque erecta geniculato vaginis iam quasi pubescens includitur; ex quibus cum emersit, fundit frugem spici ordine structam et fcontra avium minorum morsus munitur vallo aristarum.
                                                                 

                                                            Traduzione

Vengo ora ai piaceri degli agricoltori, dei quali mi compiaccio incredibilmente, né queste gioie sono rese inaccessibili dalla vecchiaia e mi sembrano avvicinare molto alla vita del saggio. Infatti hanno a che fare con la terra, che giammai rifiuta un ordine e rstituisce sempre ad usura ciò che le si è affidato, ma alle volte minore, e per lo più con interesse maggiore; nondimeno senza dubbio mi piace non solo il frutto ma anche la forza della terra stessa e la natura. Terra che quando accoglie nel grembo, reso morbido e lavorato, il seme sparso, da principio lo racchiude nascosto e, da questo che fa ciò, l'erpicare ha preso il nome, poi intiepidito dal calore e con la sua pressione si dilata e da questo viene fuori una verde fogliolina che, consolidata con le fibre delle radici, a poco a poco emana profumo e dritta con il fusto nodoso crescendo è già quasi avvolta dalle guaine; dalle quali quando ne è venuta fuori produce il frutto della spiga disposto con ordine ed è protetto contro il morso degli uccelli più piccoli da una palizzata di reste

martedì 17 ottobre 2017


Ecco a cosa serve un sosia!

Ma il re, poiché aveva concepito un odio implacabile contro Datame, dopo che capì che egli non poteva essere schiacciato in guerra, cercò di farlo uccidere in un agguato: (agguato) che egli riuscì più volte ad evitare. Una volta, essendogli stato riferito che gli tendevano insidie alcuni che erano nel numero dei (suoi) amici – in proposito, poiché glielo avevano riferito dei (suoi) nemici, pensò che non si dovesse né dare credito né lasciar perdere – volle sperimentare se gli fosse stato riferito il vero o il falso. Pertanto intraprese quel viaggio nel quale gli avevano detto che ci sarebbe stato l’agguato. Ma scelse uno di aspetto e di statura molto simile a sé e gli diede il suo vestito e gli ordinò di camminare in quel posto della schiera in cui era solito (stare) lui; egli stesso invece, incominciò a marciare con vestito e distintivi di soldato (lett.: militare) tra le guardie del corpo. Ma gli attentatori, dopo che la schiera giunse in quel luogo, ingannati dal posto di marcia e dall’abbigliamento, fecero impeto contro colui che era stato messo al posto (di Datame). Datame, però aveva precedentemente detto a coloro con i quali faceva il cammino che fossero pronti a fare ciò che avessero visto fare a lui [lett.: che egli stesso (faceva)]. Lo stesso (Datame), come vide gli attentatori accorrere, lanciò dardi contro di loro. Avendo fatto questa medesima cosa tutti quanti, gli attentatori, prima che raggiungessero colui che volevano aggredire, caddero trafitti.
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Saputo che gli si prepara un attentato, Datame fa indossare i suoi abiti ad un sosia e gli assegna il suo posto. Così riesce a salvare se stesso ed anche il sosia.

Rex (1), quod implacabile odium in Datamen susceperat, postquam bello eum opprimi non posse animadvertit, insidiis interficere studuit: quas ille plerasque vitavit. Sicut, cum ei nuntiatum esset quosdam sibi insidiari, qui in amicorum erant numero - de quibus, quod inimici detulerant, neque credendum neque neglegendum putavit -, experiri voluit, verum falsumne sibi esset relatum. Itaque eo profectus est, in quo itinere futuras insidias dixerant. Sed elegit corpore ac statura simillimum sui eique vestitum suum dedit atque eo loco ire, quo ipse consuerat, iussit; ipse autem ornatu vestituque militari inter corporis custodes iter facere coepit. At insidiatores, postquam in eum locum agmen pervenit, decepti ordine atque vestitu impetum in eum faciunt, qui suppositus erat. Praedixerat autem iis Datames, cum quibus iter faciebat, ut parati essent facere, quod ipsum vidissent. Ipse, ut concurrentes insidiatores animum advertit, tela in eos coniecit. Hoc idem cum universi fecissent, priusquam pervenirent ad eum, quem aggredi volebant, confixi conciderunt.

sabato 30 settembre 2017

Forse.....possiamo crescere tutti.....come funamboli della convivenza !

"In giorni in cui, come sulla frontiera europea e americana, si costruiscono nuovi muri, il confine è chiaro quanto i suoi scopi: da un lato proteggere, dall’altro separare, solcare fortune e sfortune, dire nettamente “chi può stare da quale parte”. Il gesto che lo supera, lo scavalca, ne varia le finalità di utilizzo e lo irride.... è una presa di posizione fisica e politica...... che destabilizza, perché non sancisce solo “chi sta dove” ma, pur non ignorandone il significato, stravolge la ragione stessa della sua ingombrante presenza. Saper stare sul limite, viverlo come una naturale condizione di equilibrismo dell’esistere - che, se a volte chiede di incidere un segno di divisione, a volte implora, invece, di cancellarlo e ridisegnarlo - si configura come la sfida più grande, più difficile e senza dubbio più promettente (quanto a prospettive e soluzioni di lungo termine) che attende non solo la politica, non solo le grandi decisioni,che, a livello nazionale e internazionale, ci aspettiamo da governi e istituzioni, ma che prima di tutto interroga noi come singoli individui, perché, su quella linea, possiamo crescere come funamboli della convivenza".