sabato 13 giugno 2015

Pessimi genitori gli ex-sessantottini.....se hanno prodotto i giovani renziani !

Pessimi genitori gli ex-sessantottini ....se hanno prodotto i giovani renziani! "Ma chi sono i genitori che hanno prodotto i renziani? Sono quelli che da un’idea di lotta di classe sono passati ad un’idea generica di lotta contro ogni tipo di autorità, da un’idea di collettività ad una liberale idea di autorealizzazione dell’individuo, e un anelito confuso quanto bruciante verso un concetto totalizzante, e quindi in realtà regressivo, della libertà. Tutto ciò spesso, diciamolo pure, ha fatto di loro dei pessimi genitori, incapaci, in nome della responsabilità familiare, di resistere alle tante tentazioni della società liberista e liberalizzata degli ultimi trent’anni. E nella loro vita professionale molti di loro(certo....con le dovute eccezioni ) sono diventati dei pescecani assetati di successo e denaro, come veicoli per ottenere l’agognata liberazione personale. Hanno insegnato ai loro figli che il concetto di sinistra non è una visione del mondo ed un impegno militante, ma è un “mood”, un sentimento o un atteggiamento, basato sui principi di quella sinistra sessantottina: un pacifismo di maniera, l’idea della libertà personale (che è l’esatto contrario della liberazione sociale che la sinistra cerca di ottenere) tramite l’autorealizzazione dell’individuo, che, per essere tale, deve collocarsi in una società a due dimensioni: i diritti civili e le opportunità personali. Quindi per i giovani renziani è naturale pensare che una società di sinistra sia una società che deve crescere economicamente, per generare le opportunità, e che quindi deve essere efficiente, e la competizione rappresenta l’incentivo all’efficienza. Ed al contempo deve massimizzare i diritti, per consentire a tutti di avere un canale di autorealizzazione personale. Non li sfiora,(e non li può sfiorare perché non sono stati educati a pensare così) una visione collettiva e strutturale, che antepone alle libertà formali ed a quelle individuali la liberazione collettiva dallo sfruttamento, dalla fame, dalla miseria, dall’ignoranza, dalla non identificazione data dalla disoccupazione o dalla precarietà esistenziale. Tutte queste cose li infastidiscono, sfrugugliano quella coscienza che da sempre hanno represso. Ma perché ti lamenti se sei povero, se sei disoccupato, se sei precario? Io ti do le opportunità di uscire dal tuo stato. Eccoti la borsa di studio per laurearti se sei meritevole, e l’Erasmus per cercarti una sistemazione all’estero. Tò: beccati anche il tirocinio formativo in azienda (gratis). Se poi non ce la fai, allora è colpa tua. Non capiscono il nesso fra la religione dell’opportunità meritocratica e l’individualismo metodologico che distrugge i legami sociali ed umani. Non capiscono che l’opportunità, la libertà individuale, il diritto personale, hanno un senso in una società dove si è prodotta la liberazione sostanziale dallo sfruttamento materiale, altrimenti sono orpelli che si indossano per nascondere la povertà, l’angoscia, l’impotenza. Nessuno glielo ha insegnato. Finirà questa fase, molti di loro saranno stati soltanto usati, e finiranno per essere dei dropout, questa è la verità. Ed essendo cresciuti in una religione di benessere materiale, non riusciranno a vivere senza lo smartphone, o le vacanze a Sharm El Sheik".

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