martedì 8 settembre 2015

Ah! Quei bravi cattolici che vanno tutte le domeniche in chiesa!

Nel vicentino un prete di un piccolo paesino ha chiamato a raccolta i fedeli della propria parrocchia per organizzare l'accoglienza di pochi profughi da sistemare in una canonica abbandonata da anni. La risposta? Un coro avvelenato di no, di «sono musulmani, no nella nostra chiesa!», di «prima i nostri!». Tanto da far dire al prete «Sono stato sommerso da urla da stadio, ma io non mi arrendo». Eccoli, questi 'fedeli', questi che si dicono «bravi cattolici». Sono quelli che si battono «per le radici cristiane», per i crocifissi e per il presepe. Sono quelli che vanno tutte le domeniche in chiesa a riempirsi la bocca di parole come «amore» e «fratellanza». Sono gli stessi che si preparano a lunghi viaggi per scendere in piazza a contestare l'amore e la felicità altrui. Sono quelli pluri-divorziati e risposati che cianciano di «famiglia tradizionale». Sono quelli che esultano per i migranti affogati in mare e che si ribellano all'accoglienza di poche persone che fuggono dalla guerra. Il tutto nel nome del Vangelo. Che però non dice nulla di tutto ciò. Anzi, dal Vangelo secondo Matteo (non Salvini): «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». Io sono credente, e sono sicuro che queste persone ,se mai si pentiranno,saranno accolte anche dalla misericordia divina. Ma una cosa è certa: le loro coscienze, avvelenate da egoismi e ipocrisia, prima o poi a loro presenteranno il conto. E sarà impietoso!

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