domenica 13 settembre 2015

Ma .....non è che nel 1989 abbiamo sbagliato tutto?

E se avessimo sbagliato tutto in quel lontano 1989? E se avessimo preso un abbaglio comune? Mi riferisco alla caduta del Muro che riunì le due Germanie e che contestualmente vide la fine dell’URSS. Da come sono andate le cose da quel giorno verrebbe da pensare che sarebbe stato meglio lasciare tutto come stava. In fondo, la Germania fu divisa perché “protagonista” di due guerre a distanza di pochi anni e per quanto male aveva fatto a l’umanità intera. La fine dell’URSS poi ha sbilanciato nettamente gli equilibri dando agli Stati Uniti quel ruolo di “guida” e di “sceriffo del mondo” che gli USA non solo non meritano, ma che non hanno saputo in nessun modo valorizzare. Comportandosi da potenza imperiale “ignorante” della storia e delle dimensioni culturali dei popoli. In poche parole chi pensava che il ruolo dell’URSS fosse inutile, anche orribile, dovrebbe riflettere sul fatto che grazie all’equilibrio che c’era tra i due sistemi probabilmente avremmo evitato il caos nell’ Iraq, In Siria, nello Yemen, in Libia, e avremmo uno Stato d’Israele meno aggressivo nei confronti della Palestina. Insomma, questa “esportazione della democrazia” non sta andando a buon fine. La democrazia, lo vediamo, sta finendo stritolata dalla dittatura del debito anche da noi, e non se ne vede nessun effetto in Medioriente. Va detto, poi, principalmente, che l’Europa sarebbe potuta crescere senza dover agire sotto dettatura del capitalismo statunitense, come avviene oggi. Con la caduta dell’URSS, gli USA si sono impossessati del mondo, hanno egemonizzato un po’ tutto avendo le mani libere e senza lo spauracchio “oltre cortina”. Non a caso la crisi finanziaria mondiale, oggi trasformatasi in crisi del debito sovrano, è partita proprio da quelle latitudini, con la caduta di tanti colossi della finanza ai quali l’Europa aveva dato credito e investimenti. Non è una “nostalgia” da ex comunista quella che mi fa pensare così, è solo un gioco mentale che ho voluto fare per immaginarmi cosa abbiamo guadagnato e cosa perso da quel 1989. Certo, la Germania unita è altra cosa rispetto a quando doveva fare i conti con la DDR. Poi, torno alla realtà e, nel darmi una spiegazione per quanto è avvenuto, mi rispondo dicendo che quelle intenzioni messe in atto, il crollo del muro e dell’URSS, fossero inevitabili, ma, allora, non si è tenuto conto il cambiamento veloce dei tempi e con essi l’apparire di classi dirigenti che non erano in grado di raccogliere un cambiamento così importante ed impegnativo. Quei cambiamenti erano evidentemente stati pensati da uomini diversi, uomini che ritenevano o di consegnare questi cambiamenti ad una classe dirigente alla loro altezza, con la loro stessa statura morale, politica e sociale. E invece, dopo il crollo del Muro, insieme a lui sono crollate le nuove classi dirigenti: questo, purtroppo, non riguarda solo il nostro paese. E’ da qui che dobbiamo ripartire, da una nuova classe dirigente che guardi indietro perché solo la storia può indicarci la via giusta per andare avanti. Certamente, quella attuale ha fallito in pieno: c’è da sperare che presto faccia le valigie e lasci tutto il patrimonio che la storia europea e mondiale ci ha lasciato a chi ne farà tesoro per creare un mondo più giusto, sempre con meno guerre e con meno disperati in fuga da esse e da dittatori affamati di potere e di sangue. (V.P.)

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