venerdì 20 settembre 2013

L'OLOCAUSTO DI UN POPOLO "DIVERSO" CAP. 4 I ROM........TRA SCIENZA ANTROPOLOGICA E RAZZISMO !

Il padre dell'antropologia criminale, Cesare Lombroso, nell'opera "L'uomo delinquente" del 1876 presenta delle conclusioni razziste riguardanti proprio l'etnia zingara. L'evoluzione  del suo pensiero ha assunto poi, negli anni di maggior sviluppo della scienza della razza, una incredibile deviazione verso una inedita commistione della "questione criminale" con problematiche di chiaro stampo razziale. Lombroso nel 1878 afferma.... "gli zingari presentano del delinquente tutti i vizi e le passioni :l'oziosità, l'ignavia,l'amore per l'orgia, l'ira impetuosa, la ferocia e la vanità. Essi infatti assassinano facilmente a scopo di lucro. Le loro donne sono più abili nel furto e vi addestrano i loro bambini"!..... Quindi per Lombroso gli zingari sono " delinquenti antropologici e hanno tendenze malvagie che ripetono la loro origine da una organizzazione fisica, psicologica diversa da quella dell'uomo normale " ! Tutto ciò era affermato nel 1911 e queste teorie finiscono inevitabilmente col giustificare azioni di "prevenzione" da parte di tutti gli Stati interessati dal problema zingaro. Per Lombroso i Rom sono "gente nata criminale" per la quale egli suggerisce misura di prevenzione come la deportazione e i lavori forzati!!! Lombroso rappresenta bene la commistione tra scienza antropologica e razzismo, ottenendo notevoli consensi in tutta l'Europa !   E' altresì evidente che Lombroso è il tipico intellettuale che rappresenta nel migliore dei modi il baluardo di una società borghese interessata alla tutela dell'ordine e alla lotta contro la diversità, considerata causa del caos e dell'instabilità !Siamo nella fase in cui una parte dell'antropologia italiana abbandona la prospettiva evoluzionista per avvicinarsi alle teorie del razzismo fisico-biologico. Si tratta di razzismo, imbevuto di ideologie, che costituisce una solida base per lo sviluppo di una antropologia fascista. E il fascismo nasce con il virus del razzismo tanto che Mussolini nel 1921 in occasione del Congresso del Partito Nazionale Fascista afferma " i fascisti devono preoccuparsi della salute della razza con la quale si fa la storia". Nel 1938, consolidato l'asse Roma-Berlino, Mussolini approva le leggi razziali antisemite, un provvedimento intriso di contenuti ideologici, utilizzati dal regime anche per scopi culturali e propagandistici. Tutto ormai doveva condurre all'affermazione della superiorità della razza italica e quindi al predominio su tutte le altre popolazioni del Mediterraneo.

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