sabato 14 settembre 2013

L'OLOCAUSTO DI UN POPOLO "DIVERSO" CAP. 2. GENOCIDIO O GENOCIDI ?

Nella Storia Antica e nell'Alto-Medioevo gli eccidi sono compiuti con lo scopo della totale o parziale distruzione di determinati gruppi nazionali. Basti ricordare le sanguinose guerre puniche tra Roma e Cartagine nel III sec. a.C. ma anche tutte le battaglie del periodo dell'ascesa e del declino dell'Impero Romano.
Un secondo genere di genocidio è quello che in epoca moderna vede un gruppo dominante che utilizza anche strumenti di coercizione morale per cancellare culture e sottomettere etnie. Stiamo parlando delle persecuzioni religiose dopo Lutero ma anche della "civilizzazione" imposta dai conquistadores alle indifese popolazioni indigene del nuovo mondo nel 1500. E' il padre domenicano Bartolomeo de Las Casas che descrive con dovizia di particolari le terribili violenze di un deliberato atto di genocidio nella sua "Brevissima Relazione sulla distruzione delle Indie Occidentali" !
Ben diverso ( e qui facciamo un salto di 4 secoli!) il genocidio di "stile nazista" (come Lemkin lo definisce). In questo caso si tratta di qualcosa che racchiude in sè tutte le caratteristiche dei modelli precedenti ma ha in più lo scopo del danneggiamento del patrimonio socioculturale di ciascun gruppo etnico!!! L'etnocidio non è altro che una sorta di espansione dell'etnocentrismo ed è ciò che tentano gli Americani in Vietnam sulla scia appunto di un etnocentrismo, incentrato sulla credenza che la propria cultura sia essenzialmente superiore alle altre. E' il tentativo decisamente arrogante di uniformare ad un unico schema culturale tutti i diversi tratti culturali esistenti.Oggi antropologi, sociologi e filosofi finalmente discutono di totalitarismo, di liberalismo e soprattutto di capitalismo proprio per rilevare tutte le ambiguità originarie della "sottovalutazione dell'Altro", presente nell'etnocentrismo e che ha condotto all'etnocidio e al genocidio!
Quando il capitalismo pone il profitto e l'accumulazione come obiettivi primari....di fatto considera la differenza culturale un ostacolo al modello dominante in quanto oppone resistenza all'integrazione nel sistema! Di conseguenza determinate culture sono spesso presentate come un "concreto ostacolo alla realizzazione dello sviluppo economico"!
Ma è Leo Kuper che approfondisce il concetto di genocidio perchè riesce a rilevare quanto era stato omesso nella Convenzione dell'ONU ossia tutte le altre forme di genocidio, che non erano soltanto quelle degli eccidi coloniali e nazisti.Kuper allontana ogni banalizzazione del concetto di genocidio e distingue "i genocidi domestici" dai genocidi conseguenti a conflitti internazionali. I genocidi domestici riguardano le "plural societies" in cui vi sono gruppi razziali differenti in conflitto e con profonde divisioni tra di loro. I genocidi domestici o interni sono genocidi contro gruppi indigeni, conseguenti a politiche di decolonizzazione, originati da conflitti per conquistare il potere oppure sono attuati contro gruppi "ostaggio" che possono essere utilizzati come "capro espiatorio"(a questo tipo di genocidio appartiene l'Olocausto).
Oggi tuttavia genocidio non significa solo Olocausto ma anche Rwanda, Amazzonia, Bosnia, Kosovo. Genocidio significa violazione dei diritti umani ma anche criminalità ambientale organizzata da strategie capitaliste. Oggi grazie anche alle O.N.G. si è giunti all'istituzione di un Tribunale internazionale dei popoli a carattere permanente, un tribunale che deve vigilare ed ha come obiettivo non solo i crimini contro l'umanità ma anche la loro impunità.

1 commento:

  1. La storia spesso in maniera asettica e distaccata racconta episodi raccapriccianti, chi la legge spesso tende a convincersi che ci sia un abisso tra la cultura "contemporanea" e ciò che è successo in passato. Sfortunatamente non è così.
    Il mondo cambia molto più lentamente di come si può immaginare. Il solo voltarsi dall'altra parte o continuare a leggere una storia che "enfatizza silenziosamente" la versione del vincitore non aiuta.
    Il costume, le istituzioni politiche e le strutture economico-sociali ci mostrano ancora, se le guardiamo senza paraocchi, ai peccati del passato.
    Grazie Vincenzo per costringerci a guardare in faccia un passato che, purtroppo, non è ancora del tutto passato!

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