venerdì 11 ottobre 2013

UNA COMUNITA' PUO' RECUPERARE IL SENSO DELLA RELAZIONE ?

Come ricostruire le relazioni e l'impegno sociopolitico in una Comunità dilaniata da lotte intestine, tra gruppi avvinghiati ad alcune figure carismatiche? Tante piccole Comunità, forse anche il paese in cui vivo, non riescono a trovare una via d'uscita dal degrado socioeconomico e morale perchè considerano irrilevante il degrado delle relazioni. La qualità della vita di una Comunità è direttamente proporzionale al miglioramento delle relazioni fra le persone, fra i gruppi, fra le varie associazioni. Ma quando le relazioni migliorano? Quando si passa dal trascendimento degli interessi particolari e dell'autoreferenzialità alla produzione di servizi concreti e di beni relazionali collettivi, accumulando capitale sociale e disponibilità umana da mettere al servizio degli altri. Ma qual è la motivazione che può spingere i cittadini di una piccola Comunità a prendere parte a processi di costruzione collettiva? E' il senso di appartenenza, è quel sentirsi parte ,che mette in moto riconoscimenti e reciproci affidamenti , quel guardarsi negli occhi e dirsi "sì, insieme ce la possiamo fare"! Ma se non sono ancorati fortemente i legami e i sentimenti di Comunità in cui i cittadini ritrovano le proprie radici di senso...allora anche le "belle iniziative"....come quelle delle Consulte o la proliferazione associazionistica non riescono a creare le condizioni per lo sviluppo della realtà economica, politica e sociale. La qualità delle azioni in una Comunità è strettamente dipendente dalla qualità dei legami che i singoli e i gruppi riescono a stringere fra loro. Quando non si avviano processi di chiusura autoreferenziale, l'interazione mette in rete idee, risorse e possibilità di soluzioni dei problemi comuni, producendo responsabilità per il Bene Comune.Spesso....dopo campagne elettorali in cui hanno prevalso le invettive personali e non le proposte per la rinascita morale ed economica della Comunità, le divisioni non solo restano come profonde ferite ma si aggravano perchè non esiste più un clima di fiducia e di riconoscimento reciproco. In questo caso, invece, si dovrebbe favorire un grande processo di apprendistato educativo alla cittadinanza, prefigurando percorsi (delineati da chi amministra e da tutte le associazioni, nessuna esclusa) che consentano a tutti i soggetti sociali di formarsi in quanto cittadini. In definitiva....si tratta di far nascere un'identità collettiva solidale e cooperativistica , che non si può verificare solo nelle ricorrenze tradizionali civili e religiose, ma dovrebbe essere sempre il fiore all'occhiello per una Comunità che si vuole bene. Per concludere.....se si vuole dare il via a un concreto processo di cambiamento, in una grande assemblea in cui nessuno è escluso, in un confronto libero e appassionato sui problemi della Comunità, si recuperi.....senza infingimenti e diffidenze reciproche..... il senso di appartenenza alla Comunità (abbandonando le appartenenze legate a interessi particolari o a personaggi "carismatici".....queste appartenenze si alimentano con i veleni e si esaltano con le divisioni) e ci si impegni per far trionfare il senso di una cittadinanza sociale attiva!

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