domenica 2 giugno 2013

MAI....MAI PIU' CITTADINI DI SERIE B!!!



                                                                               Vorrei iniziare ricordando la meravigliosa figura di don Andrea Gallo, simbolo di una Chiesa che ama, che include, che abbraccia tutti..nessuno escluso! Grazie don Andrea! Non è un caso che don Andrea lo sentiamo presente tra noi.....parliamo di cittadinanza ..di diritto alla cittadinanza! Se andiamo indietro nel tempo scopriamo che un popolo come quello romano ha saputo declinare in modo originale il principio dello ius sanguinis...infatti, a differenza dei Greci, i Romani hanno inteso questo principio sempre aperto alla possibilità di molte inclusioni. Come mai? Perchè i Romani riconoscevano che la loro Comunità era nata come unione di genti diverse, da un incrocio di mondi e di culture! Dionigi d'Alicarnasso ci racconta che già nell'età di Romolo i Romani tendevano ad assimilare altre genti, nonchè gli schiavi ai quali veniva poi concessa la libertà con acquisizione automatica della cittadinanza! E i Romani, nel corso dei secoli,concederanno la cittadinanza ai popoli conquistati con una generosità pari alla loro lungimiranza politica!

                                           L'idea di cittadinanza e il suo percorso storico tortuoso!
Fino al 1500 la cittadinanza si fonda sullo ius sanguinis, poi nel 1600 dal cittadino-suddito dello Stato assoluto si passa al cittadino-uomo con il giusnaturalismo con la riscoperta dell'idea di cittadinanza che attraversa l'illuminismo del 1700 e la Rivoluzione francese che rafforza l'idea di cittadinanza come appartenenza allo Stato-Nazione. Poi il 1800, un secolo che va al di là della sua durata cronologica perchè copre un arco temporale che va dalla Rivoluzione Francese alla I Guerra Mondiale ...è il secolo che si nutre di un fondamentale ottimismo sulla possibilità di far andare d'accordo le esigenze dell'individuo con i compiti dello Stato. Poi una data che segna la crisi della fiducia in un rapporto armonico tra cittadino e Stato, la data è quella del 1885, anno della Conferenza di Berlino, quando le Potenze europee procedono alla spartizione coloniale del mondo. Di qui l'irrazionalismo nella cultura, il nazionalismo, il militarismo, il colonialismo, il razzismo, l'avversione per le istituzioni liberali, per la democrazia e per il socialismo.....tutti ingradienti di una miscela esplosiva che dà luogo all'imperialismo e alla deflagrazione della I Guerra Mondiale e alla Rivoluzione russa: questi due avvenimenti costringono a ripartire dai termini originari e costitutivi del discorso sulla cittadinanza....si apre l'epoca della società di massa, con la nascita del partito politico di massa, non solo a sinistra ma anche a destra, un nuovo soggetto collettivo che ridefinisce in modo radicale le condizioni dell'appartenenza e quindi pone in termini nuovi il problema del rapporto fra il soggetto e la cittadinanza. Con la nascita dell'Unione sovietica e con i regimi autoritari prima in Italia poi in Germania siamo ormai alla negazione dell'autonomia e della libertà del soggetto e alla drastica subordinazione del soggetto ad entità collettive quali lo Stato-Nazione e la Razza!
Dopo la seconda guerra mondiale, con la Carta istitutiva dell'ONU del 1945 e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo l'idea di Cittadinanza perde il suo carattere preminente di "status" o di appartenenza, in forza del principio dell'inviolabilità e dell'universalità dei diritti fondamentali, i cui titolari sono e devono essere tutti gli esseri umani. Ma c'è di più.....infatti la Cittadinanza diventa essa stessa un diritto fondamentale di cui rivendicare la tutela uguale e inviolabile per ogni essere umano! Stupendo! Straordinario!      Ma la Storia fa il suo percorso....che è diverso da quello della cittadinanza. Con la guerra fredda la Cittadinanza riacquista la connotazione tradizionale di "status", in base alla quale è considerato lecito discriminare tra individui titolari e individui non titolari dei diritti fondamentali.....e tutto ciò accade non tanto per la trasformazione dell'ordine internzionale quanto perchè avviene una trasformazione soggettiva e non inevitabile di quei 3 principi tra loro strettamente connessi e affermati nel secondo dopoguerra e cioè quello dei diritti fondamentali, quello della difese delle istituzioni democratiche e quello del mantenimento della pace! E se osserviamo i flussi migratori degli ultimi vent'anni notiamo chiaramente che si è andata affermando la tendenza a considerare i diritti fondamentali come privilegi da garantire ai cittadini e da concedere avaramente con restrizioni ed eccezioni di ogni sorta ai migranti.

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