mercoledì 5 marzo 2014

IL PARTITO.......IL DEPUTATO "SERVITORE" DELLA VOLONTA' POPOLARE.



La formazione e la diffusione del partito politico si collega con un profondo squilibrio dello Stato rappresentativo, causato da un fattore squisitamente sociale: una vasta sezione della società civile, ossia i lavoratori, provoca, per reazione, una tendenziale aggregazione generale.All'astratto razionalismo della politica pura, il partito dei lavoratori contrappone il tentativo di costruire una politica socialmente qualificata ossia una politica basata sul reale consenso di tutti, in quanto portatori di specifici  interessi sociali . E quindi non è un caso che i grandi partiti operai nascono con due rivendicazioni fondamentali: la riforma politica cioè il suffragio universale e totale eguagliamento di tutti e la riforma sociale ossia la socializzazione dei mezzi di produzione. Alla coniugazione proprietà-ragione-democrazia rappresentativa subentra la coniugazione lavoro-consenso-democrazia governante (autogoverno). E pertanto la designazione del deputato diventa automaticamente una scelta programmatica, vale a dire che il deputato diviene sempre più un portavoce, un "servitore" della volontà popolare con un mandato che assume una netta colorazione imperativa. Ne consegue il primato dei corpi rappresentativi nei quali si deposita una volontà popolare di cui i deputati sono i passaparola. Il dato più evidente è che il consenso popolare diviene sempre più un termine di riferimento della politica e col diffondersi del suffragio la condicio sine qua non della politica. La moltiplicazione dei partiti in aree diverse da quelle in cui originariamente nascono è il riflesso più lampante di questo processo.

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