martedì 20 agosto 2013

Mafia e affari



                                       

 Ringrazio tutti voi presenti ma anche chi , pur assente, ci è moralmente e spiritualmente vicino questa sera. Con noi abbiamo questa sera ospiti molto graditi, l'avv. Luigi Rella presidente dell'ordine degli avvocati di Lecce e provincia, don Raffaele Bruno, referente per la Puglia dell'Associazione “Libera” e la Signora Matilde Montinaro, sorella di Antonio Montinaro, uno degli agenti di scorta del giudice Falcone. La Signora Montinaro in questi anni ha saputo trasformare il suo dolore in uno straordinario impegno civile. I nostri ospiti stasera  ci aiuteranno a capire e approfondire quella che il giudice Giovanni Falcone definiva “la metafora del potere”. La mafia ha l'età dello Stato italiano, 150 anni , quasi 5.000 le vittime a partire dal 1861! Un legame sempre stretto è poi quello tra mafia e politica, chi ha studiato bene il fenomeno definisce la mafia “ Stato nello Stato”, per farci capire quanto forte sia stato questo connubio che è rimasto tale anche durante il ventennio fascista!
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco di Cillo, Vito Schifani cadono a Capaci il 23 maggio 1992. Il 19 luglio dello stesso anno in via D'Amelio a Palermo cadono Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina. Sono nomi e storie da ricordare perchè è dalla memoria che possiamo costruire la nostra identità e il nostro futuro. Ma la memoria non basta. Ricordare è nostro dovere ma è anche nostro dovere condurre una serrata battaglia contro le mafie, le infiltrazioni mafiose in politica, negli appalti, in quegli ambienti che all'apparenza ne sembrano indenni. La Mafia? E' sempre la stessa e sempre diversa. Si trasforma, si traveste, si adegua ai tempi, ma non cambia mai. La mafia non ha ideologia, è sempre stata con il potere, attaccata al potere, dentro il potere. Uno dei boss più autorevoli raccontando di patti, partiti ed elezioni diceva “la politica per noi è come l'acqua per i pesci, e senza acqua i pesci muoiono!”. Oggi la Mafia S.P.A. Fattura più delle tre più grosse aziende italiane messe insieme. Si calcola circa 100 miliardi di euro all'anno, esentasse! Se aggiungiamo l'evasione fiscale, complicatissimo misurarla, il tutto ci costa qualcosa come 200 miliardi di euro all'anno! C'è poi un dato che io trovo sconvolgente, nei 150 anni di vita dello Stato italiano sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose 172 consigli regionali! La Banca d'Italia ha calcolato che la sola presenza delle organizzazioni criminali in un territorio si mangia tra il 15 e il 20 per cento della ricchezza locale. Quanto alla Puglia, la nostra Regione era priva di un insediamento mafioso storico, è stata poi colonizzata a partire dalla fine degli anni '70 e nel corso degli anni '80 del secolo scorso dalle tre mafie storiche e cioè Camorra, Cosa Nostra e 'Ndrangheta. La nascita in Puglia di una vera e propria rete di clan è stata largamente favorita da un irresponsabile atteggiamento anche della politica che ha voluto ridurre la questione mafiosa in Puglia a semplice problema di criminalità comune.
Stasera ricordiamo insieme ma con la consapevolezza che, mentre in questi mesi nei vari salotti televisivi in un turbinio di parole tanti politici hanno ribadito e continuano a ribadire il loro impegno antimafia, la mafia continua a tessere la sua tela, e quindi è facile immaginare che anche in questo momento ad es. un primario viene nominato perchè affiliato ad un clan, che centinaia di migranti lavorano la terra a 15 euro per 12 ore, che un piccolo commerciante regala merce a un cliente “d'onore” o paga direttamente in contanti, che i patronati collegati a qualche consigliere comunale distribuiscono sacchetti di spesa con dentro anche i santini elettorali (come è accaduto in Sicilia),ed è facile immaginare che ancora oggi un'amministrazione comunale decide di consegnare un appalto senza gara ad una particolare ditta che evidentemente ha contribuito alla campagna elettorale del sindaco.
Oggi, lo stiamo verificando tutti, abbiamo una classe dirigente che non è più credibile e quindi la crisi di fiducia che ha investito la casta dei politici ha investito anche le istituzioni. D i conseguenza l'antimafia oggi non è più quella istituzionale ma quella sociale, quella rappresentata da don Ciotti, da don Raffaele Bruno, da Matilde Montinaro, da chi si batte ogni giorno perchè la gente non si venda alla mafia e alla politica connivente, da chi ha compreso che un popolo si ribella alla mafia solo quando non vive più il suo disagio economico e culturale, da chi manifesta per scuole e servizi sociali nei quartieri, da chi sciopera contro la precarietà, da chi occupa le terre confiscate ai mafiosi.
Il nostro Paese per continuare a sperare ha avuto bisogno ed ha ancora bisogno del sacrificio di eroi che spesso sono  lasciati soli nella loro battaglia per la giustizia e la democrazia ma un Paese che ha bisogno di eroi è un Paese che non è né civile né democratico!
E allora tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a guardare al futuro senza paura e a schiena dritta, senza opportunismi, senza scegliere il conveniente silenzio. La Mafia è nel nostro presente, è questo presente che tutti abbiamo il dovere di trasformare!


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