Ringrazio tutti voi
presenti ma anche chi , pur assente, ci è moralmente e spiritualmente vicino
questa sera. Con noi abbiamo questa sera ospiti molto graditi, l'avv. Luigi
Rella presidente dell'ordine degli avvocati di Lecce e provincia, don Raffaele
Bruno, referente per la Puglia dell'Associazione “Libera” e la Signora Matilde
Montinaro, sorella di Antonio Montinaro, uno degli agenti di scorta del giudice
Falcone. La Signora Montinaro in questi anni ha saputo trasformare il suo
dolore in uno straordinario impegno civile. I nostri ospiti stasera ci aiuteranno a capire e approfondire quella
che il giudice Giovanni Falcone definiva “la metafora del potere”. La mafia ha
l'età dello Stato italiano, 150 anni , quasi 5.000 le vittime a partire dal
1861! Un legame sempre stretto è poi quello tra mafia e politica, chi ha
studiato bene il fenomeno definisce la mafia “ Stato nello Stato”, per farci
capire quanto forte sia stato questo connubio che è rimasto tale anche durante
il ventennio fascista!
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro,
Rocco di Cillo, Vito Schifani cadono a Capaci il 23 maggio 1992. Il 19 luglio
dello stesso anno in via D'Amelio a Palermo cadono Paolo Borsellino, Emanuela
Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina. Sono
nomi e storie da ricordare perchè è dalla memoria che possiamo costruire la
nostra identità e il nostro futuro. Ma la memoria non basta. Ricordare è nostro
dovere ma è anche nostro dovere condurre una serrata battaglia contro le mafie,
le infiltrazioni mafiose in politica, negli appalti, in quegli ambienti che
all'apparenza ne sembrano indenni. La Mafia? E' sempre la stessa e sempre
diversa. Si trasforma, si traveste, si adegua ai tempi, ma non cambia mai. La
mafia non ha ideologia, è sempre stata con il potere, attaccata al potere,
dentro il potere. Uno dei boss più autorevoli raccontando di patti, partiti ed
elezioni diceva “la politica per noi è come l'acqua per i pesci, e senza acqua
i pesci muoiono!”. Oggi la Mafia S.P.A. Fattura più delle tre più grosse
aziende italiane messe insieme. Si calcola circa 100 miliardi di euro all'anno,
esentasse! Se aggiungiamo l'evasione fiscale, complicatissimo misurarla, il
tutto ci costa qualcosa come 200 miliardi di euro all'anno! C'è poi un dato che
io trovo sconvolgente, nei 150 anni di vita dello Stato italiano sono stati
sciolti per infiltrazioni mafiose 172 consigli regionali! La Banca d'Italia ha
calcolato che la sola presenza delle organizzazioni criminali in un territorio
si mangia tra il 15 e il 20 per cento della ricchezza locale. Quanto alla
Puglia, la nostra Regione era priva di un insediamento mafioso storico, è stata
poi colonizzata a partire dalla fine degli anni '70 e nel corso degli anni '80
del secolo scorso dalle tre mafie storiche e cioè Camorra, Cosa Nostra e
'Ndrangheta. La nascita in Puglia di una vera e propria rete di clan è stata
largamente favorita da un irresponsabile atteggiamento anche della politica che
ha voluto ridurre la questione mafiosa in Puglia a semplice problema di
criminalità comune.
Stasera ricordiamo insieme ma con la consapevolezza che,
mentre in questi mesi nei vari salotti televisivi in un turbinio di parole
tanti politici hanno ribadito e continuano a ribadire il loro impegno
antimafia, la mafia continua a tessere la sua tela, e quindi è facile
immaginare che anche in questo momento ad es. un primario viene nominato perchè
affiliato ad un clan, che centinaia di migranti lavorano la terra a 15 euro per
12 ore, che un piccolo commerciante regala merce a un cliente “d'onore” o paga
direttamente in contanti, che i patronati collegati a qualche consigliere
comunale distribuiscono sacchetti di spesa con dentro anche i santini
elettorali (come è accaduto in Sicilia),ed è facile immaginare che ancora oggi
un'amministrazione comunale decide di consegnare un appalto senza gara ad una
particolare ditta che evidentemente ha contribuito alla campagna elettorale del
sindaco.
Oggi, lo stiamo verificando tutti, abbiamo una classe
dirigente che non è più credibile e quindi la crisi di fiducia che ha investito
la casta dei politici ha investito anche le istituzioni. D i conseguenza l'antimafia
oggi non è più quella istituzionale ma quella sociale, quella rappresentata da
don Ciotti, da don Raffaele Bruno, da Matilde Montinaro, da chi si batte ogni
giorno perchè la gente non si venda alla mafia e alla politica connivente, da
chi ha compreso che un popolo si ribella alla mafia solo quando non vive più il
suo disagio economico e culturale, da chi manifesta per scuole e servizi
sociali nei quartieri, da chi sciopera contro la precarietà, da chi occupa le
terre confiscate ai mafiosi.
Il nostro Paese per continuare a sperare ha avuto bisogno ed
ha ancora bisogno del sacrificio di eroi che spesso sono lasciati soli nella loro battaglia per la
giustizia e la democrazia ma un Paese che ha bisogno di eroi è un Paese che non
è né civile né democratico!
E allora tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a guardare al
futuro senza paura e a schiena dritta, senza opportunismi, senza scegliere il
conveniente silenzio. La Mafia è nel nostro presente, è questo presente che
tutti abbiamo il dovere di trasformare!
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