Alcuni giorni fa don Luigi Renna ci ricordava
che la Dottrina Sociale della Chiesa ha come punto di riferimento importante la
nostra Carta Costituzionale. La Costituzione italiana, due parole su cui si
poggia la nostra democrazia, che resterà salda fino a quando qualcuno non
tenterà di infliggere ferite al cuore della nostra Carta, minando così alla
base il nostro sistema democratico e con esso la vita di tutti quanti noi.
Sentiamo parlare di riforme dal periodo craxiano, di cambiamento della
Costituzione ma abbiamo tutti percepito il rischio che il cambiamento alla fine
prefiguri un vero stravolgimento della Carta costituzionale! E' giusto
affermare che alla Costituzione bisogna stirare un po' le rughe per renderla
maggiormente compatibile con i tempi moderni, ma quando guardiamo a quelle
parti della Costituzione ancora oggi disapplicate o addirittura ignorate,
rischiamo di essere colti da fremito di sacro terrore! Consideriamo i Principi
fondamentali della Carta e si aprono profonde voragini di disapplicazione! La
pari dignità e l'uguaglianza, lo sviluppo della persona e l'effettiva
partecipazione dei cittadini alla vita del Paese, e dov'è il decentramento
amministrativo? La Repubblica dovrebbe promuovere lo sviluppo della Ricerca
Scientifica ma gli stanziamenti vergognosi di bilancio ci rendono il fanalino
di coda in Europa!E la donna, che continua a non avere gli stessi diritti e le
stesse retribuzioni che spettano all'uomo, e la salute,bene primario, che
dovrebbe essere garantito sempre e comunque, e invece spesso si viene curati
male e a futura memoria nelle strutture pubbliche, dove, se paghi, ottieni
subito, altrimenti la lastra o l'ecografia la potrai fare, se tutto va bene,
fra tre o sei mesi!
Nel
frattempo, con leggi e leggine,da alcuni anni va avanti un processo ormai
palese e ampio che va a colpire proprio i diritti della prima parte della
Costituzione! Un esempio? Nella interpretazione padana del federalismo gli
eguali diritti sociali dei cittadini sono a rischio di cancellazione: infatti
le Regioni storicamente più sviluppate già assicurano Scuola, Sanità, Diritto
al lavoro ai nati nel loro territorio, a livelli irraggiungibili dalle altre
Regioni.
Ma
è altrettanto evidente che tante formulazioni della Carta del '48 oggi appaiono
ingenue e forse da riscrivere, perchè incapaci di produrre le tutele che pure
volevano assicurare. Pensiamo all'art.21 sulla libertà di pensiero e
d'informazione a fronte di quello che è stato poi lo sviluppo della
comunicazione via etere e telematica; pensiamo all'art.9 sulla tutela del
paesaggio, che, tuttavia,non ha impedito gli scempi che anche del paesaggio si
è fatto nel nostro Paese (del resto nella Costituzione del '48 è evidente
l'assenza di quella che oggi è la nostra idea di ecologia). Pensiamo ai temi
della bioetica, oggi questione ineludibile per via degli sviluppi scientifici,
pensiamo alle nuove forme di convivenza che oggi sono anche frutto del diverso
modo di vivere ed esprimere sessualità e affettività. E allora il problema è
che c'è tutta una prima parte della Costituzione che si sta riscrivendo in “via
di fatto” a colpi spesso di leggi ordinarie e di dibattiti televisivi
manipolati, senza alcun confronto ampio, serio, responsabile. Ma la materia dei
valori fondanti, di diritti garantiti possiamo affidarla alle trattative tra
politici che, con la consueta arroganza,pensano di poter disporre di queste
cose? Certamente no, e allora c'è solo da sperare che qualche spirito illuminato
si preoccupi di aprire le porte ad una sorta di Costituzionalismo democratico
in cui i partiti, che non vanno demonizzati, non siano tuttavia decisori
onnipotenti e solitari, ma consentano ai cittadini, alle associazioni, ai
movimenti di essere protagonisti del processo costituente in atto.
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