lunedì 19 agosto 2013

CAMBIAMENTO O STRAVOLGIMENTO DELLA COSTITUZIONE?





 Alcuni giorni fa don Luigi Renna ci ricordava che la Dottrina Sociale della Chiesa ha come punto di riferimento importante la nostra Carta Costituzionale. La Costituzione italiana, due parole su cui si poggia la nostra democrazia, che resterà salda fino a quando qualcuno non tenterà di infliggere ferite al cuore della nostra Carta, minando così alla base il nostro sistema democratico e con esso la vita di tutti quanti noi. Sentiamo parlare di riforme dal periodo craxiano, di cambiamento della Costituzione ma abbiamo tutti percepito il rischio che il cambiamento alla fine prefiguri un vero stravolgimento della Carta costituzionale! E' giusto affermare che alla Costituzione bisogna stirare un po' le rughe per renderla maggiormente compatibile con i tempi moderni, ma quando guardiamo a quelle parti della Costituzione ancora oggi disapplicate o addirittura ignorate, rischiamo di essere colti da fremito di sacro terrore! Consideriamo i Principi fondamentali della Carta e si aprono profonde voragini di disapplicazione! La pari dignità e l'uguaglianza, lo sviluppo della persona e l'effettiva partecipazione dei cittadini alla vita del Paese, e dov'è il decentramento amministrativo? La Repubblica dovrebbe promuovere lo sviluppo della Ricerca Scientifica ma gli stanziamenti vergognosi di bilancio ci rendono il fanalino di coda in Europa!E la donna, che continua a non avere gli stessi diritti e le stesse retribuzioni che spettano all'uomo, e la salute,bene primario, che dovrebbe essere garantito sempre e comunque, e invece spesso si viene curati male e a futura memoria nelle strutture pubbliche, dove, se paghi, ottieni subito, altrimenti la lastra o l'ecografia la potrai fare, se tutto va bene, fra tre o sei mesi!
Nel frattempo, con leggi e leggine,da alcuni anni va avanti un processo ormai palese e ampio che va a colpire proprio i diritti della prima parte della Costituzione! Un esempio? Nella interpretazione padana del federalismo gli eguali diritti sociali dei cittadini sono a rischio di cancellazione: infatti le Regioni storicamente più sviluppate già assicurano Scuola, Sanità, Diritto al lavoro ai nati nel loro territorio, a livelli irraggiungibili dalle altre Regioni.
Ma è altrettanto evidente che tante formulazioni della Carta del '48 oggi appaiono ingenue e forse da riscrivere, perchè incapaci di produrre le tutele che pure volevano assicurare. Pensiamo all'art.21 sulla libertà di pensiero e d'informazione a fronte di quello che è stato poi lo sviluppo della comunicazione via etere e telematica; pensiamo all'art.9 sulla tutela del paesaggio, che, tuttavia,non ha impedito gli scempi che anche del paesaggio si è fatto nel nostro Paese (del resto nella Costituzione del '48 è evidente l'assenza di quella che oggi è la nostra idea di ecologia). Pensiamo ai temi della bioetica, oggi questione ineludibile per via degli sviluppi scientifici, pensiamo alle nuove forme di convivenza che oggi sono anche frutto del diverso modo di vivere ed esprimere sessualità e affettività. E allora il problema è che c'è tutta una prima parte della Costituzione che si sta riscrivendo in “via di fatto” a colpi spesso di leggi ordinarie e di dibattiti televisivi manipolati, senza alcun confronto ampio, serio, responsabile. Ma la materia dei valori fondanti, di diritti garantiti possiamo affidarla alle trattative tra politici che, con la consueta arroganza,pensano di poter disporre di queste cose? Certamente no, e allora c'è solo da sperare che qualche spirito illuminato si preoccupi di aprire le porte ad una sorta di Costituzionalismo democratico in cui i partiti, che non vanno demonizzati, non siano tuttavia decisori onnipotenti e solitari, ma consentano ai cittadini, alle associazioni, ai movimenti di essere protagonisti del processo costituente in atto.

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