martedì 20 agosto 2013

E SE I CATTOLICI RECUPERASSERO CRISTO?




Con questo Papa è questa la domanda sempre più incalzante!Domanda oggi che i cattolici sono implacabilmente chiamati a mettere in primo piano:  E se i cattolici recuperassero Cristo in un momento storico di confusione e di disorientamento del mondo cattolico?
 Come sempre occorre tornare indietro per provare a cercare qualche risposta. Già, tornare indietro, fare un passo indietro in un mondo che ormai è schiavo della schizofrenia del nuovo e del cambiamento a tutti i costi! Noi …..cattolici, si dice, ma quel “noi” risuona ormai come una bella nota stonata nel bel mezzo di una melodia straordinaria! Nota stonata perchè anche i non cattolici cioè i fedeli di altre religioni ma anche i non credenti rilevano la distanza, spesso di anni-luce, tra il cattolico armato di spada e scudo e il cattolico che apre le porte della propria chiesa non solo per purificare l'aria della sue navate ma anche per far entrare nei luoghi sacri il mondo e per poter ascoltare il respiro del mondo. Mi sono sempre chiesto che cosa unisce ad es. la moglie di Tronchetti-Provera cattolica e  e un cattolico operaio che lotta per sopravvivere o per far sopravvivere la sua famiglia. Qualcuno potrebbe subito rispondere: “ ma è chiaro....che domande sono queste.?....E' la fede......è la fede che unisce due cattolici così distanti sul piano sociale”. Già …..la fede, ma di cosa stiamo parlando, di qualcosa che riguarda il nostro rapporto con la divinità, cioè di un fatto puramente interiore o di qualcosa che mi porta verso l'altro sino a farmi carico delle sue sofferenze e dei suoi problemi?


La fede, concetto immutabile nel tempo o in continua evoluzione?

A Damasco Paolo incontra la fede  in un attimo, è un colpo di fulmine, proprio come avviene tra due innamorati al primo semplice sguardo. Paolo consegna agli altri questa sua ricchezza straordinaria,  non tiene per sé  la dolcezza della sua esperienza di conversione ma vuole farla assaporare anche ai pagani. E nella Chiesa dei primi cristiani la fede è comunione, condivisione, missione, è un legame indissolubile che trasforma l'esistenza dei primi credenti in Cristo. La fede allora diventa martirio per i Cristiani di allora, che i cattolici del nostro tempo sentono  troppo lontani dal proprio modo di vivere la  fede. Personalmente ripenso a termini come comunione, condivisione e mi rendo conto come anche nelle attività delle Parrocchie siano diventate parole..vuote...luoghi comuni...che si ripetono, oserei dire, quasi meccanicamente, come se facessero parte ormai del solito copione. Ma penso anche alla ritualità che diventa ritualismo durante la Messa, ad esempio a quel segno della pace che molto spesso si compie con grande fatica e persino con un certo imbarazzo! E ancora entra quindi in gioco la fede, qualcosa di enigmatico da decifrare nel nostro tempo e invece forza luminosa nella vita di comunità dei primi Cristiani. C'è poi una fede che oggi è vissuta in un rapporto esclusivo con il Padreterno in una vita di clausura ma c'è anche una fede vissuta in un cattolicesimo che per alcuni è diventato una “prigione”, una sorta di autocompiacimento e di autoreferenzialità che ha spinto una parte del mondo cattolico a rinchiudersi in trincea quasi assediati dal nemico! E Benedetto XVI parlando di cattolici “tiepidi” si riferiva ai cattolici pronti per le Crociate o ai cattolici assenti sulla scena sociale e politica? Si è insomma “tiepidi” perchè troppo tolleranti o perchè poco tolleranti? Ma la tolleranza non è molto vicina alla sopportazione? Ma il cristiano deve tollerare o deve accettare e rispettare l'altro? E nel nostro Paese cosa hanno in comune con i principi del Cristianesimo i”respingimenti” dello straniero, pensati e attuati anche da tanti cosidetti cattolici? Domande che pesano come un macigno per un certo mondo cattolico che ha dimenticato strada facendo le proprie origini cioè Cristo!

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