Rimaniamo sulla scia di quanto ci ha detto Padre Sorge nella
serata dell'inaugurazione del Corso di formazione politica: due parole importanti, Formazione e Dialogo. La
formazione è uno dei grandi obiettivi di questo Corso, la formazione genera
partecipazione, la partecipazione genera responsabilità! Voi direte, ma di cosa
stiamo parlando? Ci troviamo nel mezzo di una crisi strutturale, ha detto Padre
Sorge, in cui è evidente la crisi culturale, il vuoto culturale che si è
determinato in questi ultimi venti anni ma che ha i suoi germi a partire dagli
anni '80. Vuoto culturale significa vuoto di contenuti, il vuoto di contenuti è
il vuoto delle parole. Dialogo ..... nell'etimologia “la parola che sta in
mezzo”, che sta in mezzo tra te e me. Ma io nel dialogo devo cogliere l'intima
essenza della parola e i suoi confini precisi, se non ci sono queste
caratteristiche la parola è chiacchiera! Se a uno gli do del chiacchierone, gli
sto dicendo che non è persona capace di comunicare verità, di comunicare
aspetti sentiti della propria vita. Ma ripensiamo per un attimo alla
comunicazione politica, ridotta a chiacchiera tanto da vendere per diamanti
quello che era letame! In questi anni è stato cancellato il vocabolario
dell'etica: pensiamo alla parola giustizia, abbiamo tollerato che diventasse
sinonimo di processo o dei processi riguardanti una persona! E la parola
Responsabilità? Cancellata, cancellata la responsabilità politica, è stato
messo in ridicolo l'art. 54 della Costituzione che parla di “dignità” e di
“onore” per chi ha incarichi pubblici! E nello stesso tempo ci veniva propinata
ogni giorno la formula del “nulla di penalmente rilevante” come se le nostre
azioni fossero da valutare soltanto col codice penale in mano! Qualcuno poi ci
raccontava che in Germania il presidente della Bundesbank si era dimesso o era
stato costretto alle dimissioni perchè si era fatto pagare il soggiorno di una
notte nel migliore albergo di Berlino!E allora mi chiedo e vi chiedo: oggi ci
troveremmo così indignati e amareggiati per tante situazioni incresciose che
offuscano la nostra vita politica e amministrativa in Italia se fossimo stati
cittadini “attivi” cioè un po' più vigili, se avessimo alzato lo sguardo,
allargando gli orizzonti oltre le comodità o l'interesse immediato? Si dice,
facciamo cultura ma fare cultura non è limitarsi a un'operazione di
documentazione o di commento oppure all'organizzazione di un convegno; ogni
iniziativa dovrebbe essere animata da forte senso dei valori, prospettive di
ampio respiro, senso profondo della dignità dell'uomo e della sua trascendenza.
Quanti di noi sanno ad es. che alcune leggi nel nostro Paese valorizzano il
ruolo fondativo e insostituibile di promozione, di attuazione e di gestione del
bene comune?Eppure io sono convinto che nel nostro Paese i cittadini hanno
senso civico che non evidenziano anche perchè c'è un atteggiamento ostile nei
confronti dell'esercizio del senso civico dei cittadini. Qualche volta però noi attiviamo il
nostro senso civico per ragioni egoistiche, gli inglesi usano
un'espressione(non la dico in inglese perchè il mio inglese è peggiore
dell'ex-ministro Larussa), in italiano è questa”dove volete, ma non nel mio
giardino”, che significa, i rifiuti se li prendesse qualcun altro, io non me li
voglio prendere perchè mi danno fastidio, però li continuerò a produrre e
pretendo di continuare a produrne senza assumerne la responsabilità! E allora è
importante attivarsi per la tutela di interessi generali, come nel caso di
Scanzano ionico alcuni anni fa quando i cittadini si opposero alla
localizzazione di un deposito di scorie nucleari perchè non erano stati né
informati né consultati; tra l'altro non c'era stata nemmeno la definizione
precisa dei rischi che la popolazione residente correva né dei benefici che la
collettività in quel caso offriva in cambio ai cittadini di Scanzano per il
fatto di assumersi una responsabilità, un onere che era a vantaggio di tutti.
Quando i cittadini si muovono possono smuovere le montagne ma questo non lo
sanno, anzi pensano di non contare niente! La dimostrazione che i cittadini
insieme possono smuovere le montagne? Basta pensare agli ultimi referendum!
Spesso noi concepiamo la cittadinanza in senso tradizionale, nella visione
tradizionale il cittadino è sovrano solo nel momento in cui vota ( se fosse
così, concluderemmo che ci hanno tolto anche l'unico strumento , dal momento
che abbiamo in questo momento un Parlamento di nominati e non di eletti); anche
Rousseau diceva che tra un'elezione e l'altra il cittadino conta poco!
A riflettere bene, se siamo convinti che l'esercizio del voto
sia la massima e unica espressione della sovranità dei cittadini, in questo
convincimento è implicita una visione negativa del cittadino: in pratica
affermiamo che il cittadino non ha tempo, che ha altri problemi come la
famiglia da mantenere, che non è competente sulle questioni di interesse
generale e infine che il cittadino non è in grado di distinguere tra il suo
interesse personale e l'interesse pubblico. Conclusione di questo ragionamento:
è meglio che il cittadino non si occupi di questioni generali. E allora ?
Bisogna affidarsi ai colti, a quelli che hanno studiato o che sono talmente
ricchi che si possono occupare dell'interesse generale, senza cercare di farsi gli
affari propri (in questi ultimi 20 anni tanti cittadini hanno votato il ricco
imprenditore perchè troppo ricco si sarebbe preoccupato dei cittadini
poveri oppure con affermazioni
paradossali del tipo”Chi è ricco si può sì preoccupare dei suoi interessi ma si
preoccuperà sicuramente anche di chi sta
peggio”!!! Ci siamo poi resi conto che uno Stato non è sempre capace di
risolvere e di fronteggiare con efficacia i problemi pubblici e così è nato un
nuovo senso della cittadinanza. E allora se vado a fare la spesa non guardo
solo al rapporto tra la qualità e il prezzo dei prodotti, ma sempre di più
guardo a qualcosa che, per esempio, mi garantisca che quel prodotto non è stato
fatto con prodotti geneticamente modificati, oppure che quel bene non sia stato
prodotto sfruttando il lavoro minorile. Ma sto parlando soprattutto di un
fenomeno organizzativo col quale la gente si organizza in modo autonomo e si
occupa di questioni pubbliche. Alcuni studiosi( tra cui il prof. Cotturri che
avremo con noi nell'incontro conclusivo del Corso a febbraio)dicono che non
sono più gli individui ma le organizzazioni i nuovi cittadini delle democrazie
contemporanee, che operano accanto ai partiti e fuori dai partiti.E'
sicuramente importante questo fenomeno organizzativo con cui i cittadini si
uniscono, mobilitano risorse, agiscono nelle politiche pubbliche, esercitando
poteri e responsabilità al fine di tutelare i diritti, curare beni comuni,
sostenere soggetti in difficoltà. Tra l'altro la partecipazione è più facile
quando c'è la possibilità concreta di fare qualcosa con qualcun altro.!!!
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