lunedì 19 agosto 2013

INTRODUZIONE ALLA CITTADINANZA ATTIVA




Rimaniamo sulla scia di quanto ci ha detto Padre Sorge nella serata dell'inaugurazione del Corso di formazione politica: due parole importanti, Formazione e Dialogo. La formazione è uno dei grandi obiettivi di questo Corso, la formazione genera partecipazione, la partecipazione genera responsabilità! Voi direte, ma di cosa stiamo parlando? Ci troviamo nel mezzo di una crisi strutturale, ha detto Padre Sorge, in cui è evidente la crisi culturale, il vuoto culturale che si è determinato in questi ultimi venti anni ma che ha i suoi germi a partire dagli anni '80. Vuoto culturale significa vuoto di contenuti, il vuoto di contenuti è il vuoto delle parole. Dialogo ..... nell'etimologia “la parola che sta in mezzo”, che sta in mezzo tra te e me. Ma io nel dialogo devo cogliere l'intima essenza della parola e i suoi confini precisi, se non ci sono queste caratteristiche la parola è chiacchiera! Se a uno gli do del chiacchierone, gli sto dicendo che non è persona capace di comunicare verità, di comunicare aspetti sentiti della propria vita. Ma ripensiamo per un attimo alla comunicazione politica, ridotta a chiacchiera tanto da vendere per diamanti quello che era letame! In questi anni è stato cancellato il vocabolario dell'etica: pensiamo alla parola giustizia, abbiamo tollerato che diventasse sinonimo di processo o dei processi riguardanti una persona! E la parola Responsabilità? Cancellata, cancellata la responsabilità politica, è stato messo in ridicolo l'art. 54 della Costituzione che parla di “dignità” e di “onore” per chi ha incarichi pubblici! E nello stesso tempo ci veniva propinata ogni giorno la formula del “nulla di penalmente rilevante” come se le nostre azioni fossero da valutare soltanto col codice penale in mano! Qualcuno poi ci raccontava che in Germania il presidente della Bundesbank si era dimesso o era stato costretto alle dimissioni perchè si era fatto pagare il soggiorno di una notte nel migliore albergo di Berlino!E allora mi chiedo e vi chiedo: oggi ci troveremmo così indignati e amareggiati per tante situazioni incresciose che offuscano la nostra vita politica e amministrativa in Italia se fossimo stati cittadini “attivi” cioè un po' più vigili, se avessimo alzato lo sguardo, allargando gli orizzonti oltre le comodità o l'interesse immediato? Si dice, facciamo cultura ma fare cultura non è limitarsi a un'operazione di documentazione o di commento oppure all'organizzazione di un convegno; ogni iniziativa dovrebbe essere animata da forte senso dei valori, prospettive di ampio respiro, senso profondo della dignità dell'uomo e della sua trascendenza. Quanti di noi sanno ad es. che alcune leggi nel nostro Paese valorizzano il ruolo fondativo e insostituibile di promozione, di attuazione e di gestione del bene comune?Eppure io sono convinto che nel nostro Paese i cittadini hanno senso civico che non evidenziano anche perchè c'è un atteggiamento ostile nei confronti dell'esercizio del senso civico dei cittadini.  Qualche volta però noi attiviamo il nostro senso civico per ragioni egoistiche, gli inglesi usano un'espressione(non la dico in inglese perchè il mio inglese è peggiore dell'ex-ministro Larussa), in italiano è questa”dove volete, ma non nel mio giardino”, che significa, i rifiuti se li prendesse qualcun altro, io non me li voglio prendere perchè mi danno fastidio, però li continuerò a produrre e pretendo di continuare a produrne senza assumerne la responsabilità! E allora è importante attivarsi per la tutela di interessi generali, come nel caso di Scanzano ionico alcuni anni fa quando i cittadini si opposero alla localizzazione di un deposito di scorie nucleari perchè non erano stati né informati né consultati; tra l'altro non c'era stata nemmeno la definizione precisa dei rischi che la popolazione residente correva né dei benefici che la collettività in quel caso offriva in cambio ai cittadini di Scanzano per il fatto di assumersi una responsabilità, un onere che era a vantaggio di tutti. Quando i cittadini si muovono possono smuovere le montagne ma questo non lo sanno, anzi pensano di non contare niente! La dimostrazione che i cittadini insieme possono smuovere le montagne? Basta pensare agli ultimi referendum! Spesso noi concepiamo la cittadinanza in senso tradizionale, nella visione tradizionale il cittadino è sovrano solo nel momento in cui vota ( se fosse così, concluderemmo che ci hanno tolto anche l'unico strumento , dal momento che abbiamo in questo momento un Parlamento di nominati e non di eletti); anche Rousseau diceva che tra un'elezione e l'altra il cittadino conta poco!
A riflettere bene, se siamo convinti che l'esercizio del voto sia la massima e unica espressione della sovranità dei cittadini, in questo convincimento è implicita una visione negativa del cittadino: in pratica affermiamo che il cittadino non ha tempo, che ha altri problemi come la famiglia da mantenere, che non è competente sulle questioni di interesse generale e infine che il cittadino non è in grado di distinguere tra il suo interesse personale e l'interesse pubblico. Conclusione di questo ragionamento: è meglio che il cittadino non si occupi di questioni generali. E allora ? Bisogna affidarsi ai colti, a quelli che hanno studiato o che sono talmente ricchi che si possono occupare dell'interesse generale, senza cercare di farsi gli affari propri (in questi ultimi 20 anni tanti cittadini hanno votato il ricco imprenditore perchè troppo ricco si sarebbe preoccupato dei cittadini poveri   oppure con affermazioni paradossali del tipo”Chi è ricco si può sì preoccupare dei suoi interessi ma si preoccuperà sicuramente anche  di chi sta peggio”!!! Ci siamo poi resi conto che uno Stato non è sempre capace di risolvere e di fronteggiare con efficacia i problemi pubblici e così è nato un nuovo senso della cittadinanza. E allora se vado a fare la spesa non guardo solo al rapporto tra la qualità e il prezzo dei prodotti, ma sempre di più guardo a qualcosa che, per esempio, mi garantisca che quel prodotto non è stato fatto con prodotti geneticamente modificati, oppure che quel bene non sia stato prodotto sfruttando il lavoro minorile. Ma sto parlando soprattutto di un fenomeno organizzativo col quale la gente si organizza in modo autonomo e si occupa di questioni pubbliche. Alcuni studiosi( tra cui il prof. Cotturri che avremo con noi nell'incontro conclusivo del Corso a febbraio)dicono che non sono più gli individui ma le organizzazioni i nuovi cittadini delle democrazie contemporanee, che operano accanto ai partiti e fuori dai partiti.E' sicuramente importante questo fenomeno organizzativo con cui i cittadini si uniscono, mobilitano risorse, agiscono nelle politiche pubbliche, esercitando poteri e responsabilità al fine di tutelare i diritti, curare beni comuni, sostenere soggetti in difficoltà. Tra l'altro la partecipazione è più facile quando c'è la possibilità concreta di fare qualcosa con qualcun altro.!!!

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