venerdì 23 agosto 2013

DEMOCRAZIA E LAICITA'..........ANCORA TABU' NELLE REALTA' ECCLESIALI!!!





 Tutti quelli che vivono la vita parrocchiale non rinunciando al proprio senso critico e alla propria autonomia di giudizio attendono, da troppo tempo ormai,  una vera rivoluzione laica e culturale nella vita delle parrocchie dove, molto spesso,la religione viene trasformata in una "prigione", fatta essenzialmente di liturgismo, di incontri formali e di veglie di preghiera, vissute con una carica eccessiva di autoreferenzialità,senza rendersi conto che, fuori dalla Chiesa, c'è un mondo che  guarda e aspetta, anche con impazienza, il confronto e il dialogo! Ma in parrocchia  spesso il dialogo è messo al bando  nei vari gruppi in cui un semplice invito alla riflessione e all'uso del senso critico talvolta è contrastato sul nascere con un semplice sguardo di insofferenza! E' l'atmosfera impregnata di eccessivo clericalismo che non consente l'avvio di un processo veramente democratico e laico che porterebbe la parrocchia ad aprirsi alle domande e ai bisogni di chi è fuori dalle quattro mura della Chiesa. E la laicità è assente anche in tanti giovani chiamati a compiti di responsabilità nella parrocchia, che dovrebbero accompagnare e stimolare al cambiamento, conclamato nei documenti della Chiesa e fatto soltanto di buoni propositi espressi nei tanti incontri di formazione anche a livello diocesano. Anche nel linguaggio si fa ormai largo uso di slogan e di frasi preconfezionate,non avendo nulla da dire a chi chiede una maggiore sensibilità culturale ,preferendo rifugiarci in uno stanco spiritualismo e in una sorta di narcisismo per il nostro ruolo di cattolici e per i cosiddetti incarichi di responsabilità, che gestiamo da perfetti burocrati e supervisori! Non ci si pone più nemmeno il problema di un si o di un no, si vive la vita parrocchiale in un silenzio assordante che diventa solo silenzio assenso! Eppure il Card. Martini ci ha sempre ricordato che l'obbedienza nella realtà ecclesiale non è sempre una virtù! Persino della fede ne abbiamo fatto un luogo comune, quando si continua a ripetere stancamente che noi cattolici siamo accomunati dalla fede, non rendendoci conto che oggi la fede non è più un semplice fatto interiore ma è direttamente proporzionale alla  nostra capacità di andare incontro agli altri, senza supponenza e senza segnali di autosufficienza,  coniugata sempre con la sensibilità culturale(che si coltiva soltanto nell'incontro con le altre culture nel rispetto delle idee degli altri, atei compresi). In definitiva, c'è solo una cosa da fare per salvare le realtà parrocchiali: cambiare decisamente la direzione di marcia , dando forza alla laicità e alla democrazia in tutti i momenti della vita ecclesiale, prima che sia troppo tardi!

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